15 Giu William Kentridge, Trionfi e Lamenti per il Tevere di Roma
Un fregio di 550 metri dove ottanta figure, alte 10 metri, raccontano tutta la storia della città eterna tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini.
Secondo la leggenda narrata da Marco Terenzio Varrone, letterato, scrittore e militare romano, la città fu fondata da Romolo il 21 aprile del 753 a.C. Il giorno viene chiamato il “Natale di Roma” e proprio in questa data è stata inaugurata l’opera del sudafricano Kentridge.
L’urlo di Remo ucciso per mano di suo fratello Romolo e la forza di Ercole che vince su Caco. La Vittoria alata che si spezza e l’effige di Garibaldi che unì l’Italia. La bandiera della Croce Rossa e la Dolce Vita di Marcello Mastroianni che bacia Anita Ekberg. Tra la kora africana e l’irruenza della zampogna, i ritmi caldi delle danze del sud d’Italia e l’inno di battaglia dei guerrieri Zulu, ecco il Triumphs and Laments.
Un’imponente opera sui muraglioni del Tevere, probabilmente la più ambiziosa della sua carriera dove le figure emergono come grandi ombre danzanti, senza colori né vernici, ma solo grazie a una tecnica di pulitura dello sporco accumulato negli anni sul travertino bianco. Quasi una pittura per svelamento, a liberare quegli eroi, fasti o nefasti, che oggi ci accorgiamo essere sempre stati stati lì, a osservare, combattere e palpitare, secolo dopo secolo.
Promossa dall’Associazione Tevereterno, realizzata interamente con fondi privati, l’opera durerà al massimo 3-4 anni, fino a quando la patina di sporco tornerà a riempire gli spazi bianchi.
Info: Tevereterno