11 Apr Verrocchio, il maestro di Leonardo. Palazzo Strozzi, Firenze
Fino al 14 luglio 2019
Offuscato dalla fama di Leonardo e ridimensionato dal Vasari
Si tratta della prima monografica dedicata ad Andrea di Michele di Francesco Cioni, detto Andrea del Verrocchio (Firenze 1435 circa-Venezia 1488). Il che rende già questa esposizione un avvenimento eccezionalmente importante, giusto anche se non del tutto risarcitorio della mancata, o almeno insufficiente, fortuna critica che questo sommo artista ebbe. Perché fu sommo e non solo maestro. Certo l’accostamento al genio leonardesco, così come la netta suddivisione indicata dal Vasari ne “Le vite” tra “la maniera cruda e senza dolcezza alcuna”, che lo relegherebbe in una pur eccelsa tecnica quattrocentesca, e “la maniera unita e dolce” del suo allievo che apre alla “maniera moderna”, hanno forse influito sulla sua sfortuna espositiva. Tragicamente realistico quindi riconoscere al lavoro dei due curatori odierni, Francesco Caglioti e Andrea de Marchi, il merito di aver reso giustizia e illuminato di sapiente attualità un notevole spazio temporale della storia dell’arte. Forse il titolo poteva godere di una maggiore autonomia, tralasciando di menzionare Leonardo, fatto sta che la mostra è semplicemente splendida e riporta Verrocchio al centro, facendoci scordare il cinquecentesimo anniversario del suo allievo, mostrando altresì la sua sconfinata versatilità tecnica da cui molti altri attinsero nella Firenze di Lorenzo il Magnifico, dopo aver raccolto l’eredità di Donatello. Artista multiforme, prototipo del talento universale caratteristico del Rinascimento, tra Masaccio e Brunelleschi. Nella sua bottega Verrocchio sperimentò ogni genere di arte dall’oreficeria alla scultura, dalla fusione in bronzo alla pittura. Leonardo vi restò a lungo, oltre l’apprendistato, affinando anche le sue capacità architettoniche e monumentali. L’esposizione odierna scorre su due filoni distinti: quello della scultura e quello della pittura, con nove sezioni a Palazzo Strozzi e due al Bargello, esaltando la complessità della produzione, il divario tra opere plastiche e disegni, fra dipinti e marmi. Una rara connessione tra stile e storia, forma e significati, uniti ad una straordinaria capacità di far parlare le opere attraverso il loro accostamento, stanno a dimostrare che siamo di fronte al risultato di studi ponderosi ed impegnativi. Una mostra giustamente necessaria e che, solo per questo, resterà memorabile.
Info: Palazzo Strozzi
Didascalia immagine in alto: Madonna col bambino, 1470-1475 circa
Tobia e l’Angelo, 1470-1475 circa
Spiritello con pesce, 1470-1475 circa
Madonna col bambino e due angeli (Madonna di Volterra), 1471-1472 circa
Dama dal mazzolino, 1475 circa
Battesimo di Cristo, 1475-1478 circa
Incredulità di San Tommaso, 1467-1483 circa