16 Lug Tullio Pericoli. Forme del Paesaggio (1970-2018). Palazzo dei Capitani, Ascoli Piceno
Fino al 3 maggio 2020
Il volto come il paesaggio ha smottamenti, frane, ansie, rovine
Lungo e travagliato l’amore di Tullio Pericoli per la sua terra, che da sempre disegna con ammirazione, a volte con dolore, più spesso criticamente. Con 165 opere la mostra, nel bellissimo rinascimentale Palazzo dei Capitani, percorre un viaggio a ritroso: dall’oggi e dalle ferite del sisma fino agli anni 70. Un itinerario che scopre i cambiamenti del territorio e, contemporaneamente, svela il mutare dell’immagine che in Pericoli è avvenuto in questi anni. Un’evoluzione del segno, della stessa sua arte che dopo le prime esplorazioni geologiche arriva fino agli attuali tratteggi visionari. “Guardare un volto fino a pensarlo come se fosse un paesaggio, raccontandone gli smottamenti, le frane, i cedimenti, le ansie, i solchi, i dossi e le rovine”, ha scritto Pericoli. E nell’importante catalogo edito da Quodlibet, con interventi di Salvatore Settis, Silvia Ballestra e Claudio Ceritelli (che è anche il curatore della rassegna) la “sapienza” e la “veridicità” delle forme disegnate vengono esaltate e commentate, fornendo una facile lettura del modo di intendere il paesaggio di Pericoli, che è poi la sua grammatica del vivere.
Info: la mostra
Didascalia dell’immagine in alto: Tullio Pericoli, Senza titolo, 2016
Tullio Pericoli, Triassico, 1971
Tullio Pericoli, Focolaio sismico, 1971 (particolare)
Tullio Pericoli, Combinazioni, 2012
Tullio Pericoli, Vita fra le rocce, 2000