15 Dic Tiziano. Sacra Conversazione
Palazzo Marino, Milano
Fino al 14 gennaio 2018
IL TIZIANO DI ANCONA COMMISSIONATO DA UN NOTO COMMERCIANTE
Il committente un imprenditore illuminato e l’artista un lobbista scaltro?
E’ storicamente accertato che Alvise Gozzi fin dal 1505 vivesse ad Ancona, dove arrivò da Ragusa, oggi Dubrovnik e che nella città dorica fosse uno scaltro quanto fortunato agente di commercio e uomo d’affari. Ancona in quegli anni visse repentini cambiamenti e influenze geopolitiche e religiose e a questi sembra rifarsi in parte la spettacolare Pala, proveniente dalla Pinacoteca Francesco Podesti, che a Tiziano Vecellio fu commissionata dall’imprenditore ragusano per la sua ultima dimora nella Chiesa di San Francesco ad Alto, oggi andata distrutta, dove fece edificare la sua cappella. Il paradiso si raggiungeva anche con opere d’arte sacra e lasciti alla Chiesa. Alvise è ritratto ai piedi della Madonna in ginocchio, accanto a San Francesco e a San Biagio, patrono di Ragusa. In mezzo ai tre, che paiono trovarsi su un sorta di isola, troneggia un imponente ramo di fico, oltre il quale si intravede profilata e lontana Venezia con il Palazzo Ducale, la basilica e il campanile. Non appare Ancona. Vince Venezia come sfondo perché in quegli anni Venezia mise a tacere le repubbliche marinare e riconquistò il dominio dell’Adriatico? Pubbliche relazioni e politica di dialogo con tutti messi in atto da Tiziano e da Alvise? Restano dubbi e interrogativi che aggiungono fascino e un po’ di mistero al tutto! Anche sul posizionamento e l’inserimento del fico i risultati di accurate ricerche hanno dato differenti versioni, che qui tralasciamo, ma che vanno da quella religiosa a quella politica. Ci spostiamo invece a leggere il retro della tavola, con i disegni ancora molto nitidi; si tratta di schizzi di figure di mani diverse. Una di qualità superiore, forse dello stesso Tiziano e potrebbe essere la prima idea del bambino che Maria sostiene, un po’ a fatica perchè è già quasi un fanciullino ed è quasi in piedi ma, soprattutto, perché rigogliosamente e graziosamente benedicente santi e benefattori ai suoi piedi. La Pala Gozzi, oltre ad essere strepitosamente tizianesca, limpida, luminosa, vivace ed affollata di gesti e sguardi , resta un perenne enigma tutto ancora da risolvere.
Tiziano era ricco e potente, ma anche Alvise non era da meno. Da qui l’esigenza di accordare protagonisti, paesaggi, colori ed atmosfere con i tempi che correvano veloci. E qui c’è tutto Tiziano, uomo prevalentemente saggio e prepotentemente lungimirante: non a caso visse e prosperò a lungo.
(Loredana Cinti)