Tina Modotti fotografa e rivoluzionaria. Palazzo Bisaccioni, Jesi

Tina Modotti fotografa e rivoluzionaria. Palazzo Bisaccioni, Jesi

Fino all’1 settembre 2019

Le sue passioni: amori, amici, politica e fotografie

A volte l’intensità della vita privata schiaccia la valenza artistica e ridimensiona anche il ruolo di valentissima fotografa a quello di eroina, di politica, di rappresentante drammatica di uno spaccato storico ben definito. E’ certamente questo il caso di Tina Modotti, definita appunto fotografa e rivoluzionaria, quasi attenuando il dato certo di essere stata una delle più grandi fotografe del Novecento. A Jesi, a Palazzo Bisaccioni, fino all’1 settembre una bella e documentata mostra con sessanta immagini di tutto il suo “universo”: i luoghi, gli amici, gli amanti. Dal Friuli prima passò negli Stati Uniti e poi in Messico, dove fu protagonista attiva della fervida vita culturale e politica che negli anni Venti del Novecento animava il paese. Tina si avvicinò alla fotografia grazie al fotografo statunitense Edward Weston. La personalità fotografica di Tina Modotti era densa di umanità e ne sono esempio in mostra Serbatoio n.1 o Calle. Ritrattista del Messico, della gente messicana, con taglio sociale ed umano, viene pubblicata dai più importanti giornali dell’epoca, come il Machete del Partito Comunista Messicano, dove trovò personalità come Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros e Clemente Orozco, poi  suoi eterni amici. Le passioni della sua vita: amori, amici e fotografie. Artisti, intellettuali, tra cui Frida Kahlo, Julio Antonio Mella, Vittorio Vidali. Ma presto Tina viene travolta dagli eventi politici. Accusata di essere coinvolta prima nell’omicidio di Julio Antonio Mella, rivoluzionario cubano con cui visse una breve ed intensa storia d’amore, e poi nell’attentato al presidente messicano Pascual Ortiz Rubio. Viene quindi allontanata dal paese dopo il rifiuto di rinnegare il comunismo. Iniziano così le sue missioni in un’Europa alle soglie della Seconda Guerra Mondiale con Vittorio Vidali. Alla fine Tina abbandonò la fotografia per la politica con “missioni” in Russia, Spagna e Francia.  Tornata in Messico anche la sua morte rientra nel mistero come parte della sua vita: era il 1942 e in un taxi di Città del Messico se ne andò audacemente e controcorrente come era nel suo stile fotografico ed esistenziale.

Info: la mostra

Didascalia dell’immagine in alto: Edward Weston, “Ritratto di Tina Modotti” Messico, 1923

Tina Modotti, “Serbatoio numero 1″ Messico, 1927


Tina Modotti, “Frida Kahlo e Diego Rivera alla manifestazione del primo maggio”, Messico D.F., 1928

Tina Modotti, “Calle” Messico D.F., 1925


Tina Modotti, “Ragazza che trasporta l’acqua”, Messico, 1927

Tina Modotti, “Operai dell’edilizia nello stadio” Messico D.F., 1927