28 Nov TERRA SACRA. L’arte necessaria. La Mole, Ancona
Fino all’8 maggio 2022
LE CICATRICI NON SPARISCONO, MA TI RESTANO ADDOSSO
Nata per recuperare, rilanciare e restaurare molte opere d’arte, provenienti dalle zone terremotate delle Marche, custodite alla Mole Vanvitelliana, questa complicata e densa mostra, intende promuovere il territorio perpetuandone magia e fascino. Non un confronto tra arte contemporanea e arte antica, ma una riflessione sulla potenza taumaturgica dell’espressione artistica in tutte le possibili declinazioni. Alcuni secoli intercorrono tra le opere oggi esposte e quelle conservate in deposito alla Mole, ma i sentimenti che suscitano restano umanamente identici. Infatti i capolavori dell’arte antica danneggiati dal sisma furono da subito portati ad Ancona per essere preservati e “curati” all’interno della Mole e da questo primo intervento emergenziale è nato il progetto di farli dialogare con alcuni dei protagonisti dell’arte contemporanea, ampliando la ineludibile riflessione tra natura e uomo, fatalità e eventi climatici, pandemia e stile di vita.
Come puntualizza il curatore Flavio Arensi, “La mostra non ha alcuna intenzione di confrontarsi con i fatti materiali, con le perdite e i crolli del terremoto, con il lutto o la paura in senso stretto. Si tratta, invece, di un recupero e di una restituzione della vita”.
Il percorso espositivo che si dispiega per tutti i luoghi della Mole Vanvitelliana, dalle mura alla corte, dal Magazzino Tabacchi al deposito della Soprintendenza delle Marche, presenta 120 opere di 35 artisti, portavoce di linguaggi espressivi spesso molto diversi tra loro, tra pittura, fotografia e installazioni: Claudio Abate, Guido Airoldi, Giovanni Albanese, Peppe Avallone, Gianfranco Baruchello, Matteo Basilè, Mirella Bentivoglio, Renato Birolli, Gregorio Botta, Andrea Bruno, Silvia Camporesi, Maurizio Cannavacciuolo, Leonardo Cremonini, Gino de Dominicis, Franco Fanelli, Flavio Favelli, Piero Fogliati, Paolo Icaro, Titina Maselli, Pietro Masturzo, Marco Mazzoni, Zoran Music, Gina Pane, Luca Pancrazzi, Filippo Piantanida, Franco Piavoli, Franco Pinna, Pasquale Palmieri, Roberto Pugliese, Quayola, Salvo, Giorgio Santucci, Pierantonio Tanzola, Alessandro Tesei, Zerocalcare.
Prodotta e organizzata dal Comune di Ancona e dal Museo Tattile Statale Omero, con la collaborazione della Soprintendenza delle Marche la rassegna sarà anche uno spazio utile per sperimentare nuovi e multisensoriali approcci per leggere l’arte con vari possibili linguaggi. Sempre Arensi sottolinea come «la pandemia ha rimesso tutto in discussione, non parto più dal terremoto del 2016 – avverte il curatore – Più che al crollo delle abitazioni ho pensato a un’indagine sul crollo umano e sociale per la pandemia. Per la prima volta espongono in una mostra ufficiale gli “Urbex”, che fotografano luoghi disabitati e abbandonati. Invece Danilo Garcia Di Meo nel 2019 ha fotografato gli adolescenti aquilani i quali hanno dovuto trovare nuovi metodi di socialità vivendo già il distanziamento sociale. Poiché a 46 anni sono stufo delle categorie, accosto autori lontani tra loro come Salvo e Luca Pancrazzi o Gina Pane e Gino De Dominicis. Il senso complessivo? Guardare che cosa abbiamo dentro, dove siamo, dopo il periodo pesante che abbiamo attraversato».
Info: La Mole
Didascalia dell’immagine in alto: Silvia Camporesi, Atlas Italiae
Zerocalcare, Macerie prime
Gina Pane, Pierres déplacées, 1968
Gregorio Botta, Orbite, 2018-2021
Titina Maselli, Autostrada, 1961
Franco Piavoli, Erbario
Leonardo Cremonini, Donne addormentate al sole, 1954-55
Paolo Icaro, Soffio, 2018