17 Giu Stati Generali della Cultura. Una terza edizione tra finanza e patrimonio
A Roma, per la terza edizione, gli Stati generali della Cultura, scelgono non un titolo, ma una parola chiave (che speriamo apra definitivamente): VALORIZZARE IL PATRIMONIO, ORA O MAI PIU’. Che siamo fermi da decenni su una soglia è a tutti noto, ma questo ORA O MAI PIU’ è abbastanza raggelante! Seppure condivisibile! Nasce forse da questa sorta di ultimatum la definizione del programma, dei protagonisti e dei temi. E’ una mattinata intensa, (speriamo calda perché la città non perda la grande bellezza) quella di giovedì 19 giugno, ma anche appassionata e dinamicamente imprenditoriale. Il Sole 24 ORE e la Fondazione Roma incentrano i lavori su questi tre punti: fruibilità delle opere, investimenti e il binomio Arte e Made in Italy. Forse troppi materiali oppure troppo coniugati, inevitabilmente, con il nodo finanziario che è quanto mai difficile distanziare dal termine patrimonio (quasi fossero sinonimi?). Appare chiaro che interrogare e mettere a confronto esperienze e saperi di protagonisti come Andrea Carandini, Presidente FAI Fondo Ambiente Italiano, Carla Fendi, Presidente Fondazione Carla Fendi e , Anna Coliva, Direttrice Museo e Galleria Borghese sulla defiscalizzazione oppure sull’importanza del brand Italy per l’Arte colloca il dibattito in un ambito molto ben definito ed indica, a nostro parere, una implicita risposta alla parola chiave. Non mancheranno i due Ministri “in causa” Stefania Giannini,Istruzione Università e Ricerca, e Dario Franceschini, Beni Culturali e Turismo. Resta sempre attuale e inascoltato il “Manifesto della Cultura” del 19 febbraio 2012, per la prima edizione degli Stati Generali, profeticamente titolato “Niente cultura, niente sviluppo”. Da allora sono stati chiamati economisti e tecnici fino ad arrivare al 2014 con imprenditori benemeriti che guidano Fondazioni e/o strutture ideali per accessibilità e fruizione, mentre si invoca alla valorizzazione del Made in Italy. Da un’edizione all’altra si allarga il cerchio e la tipologia dei partecipanti, ma restano immutati i temi-problemi. Che sia il caso di rompere il cerchio ed invadere la quotidianità dei singoli semplici fruitori? Dei piccoli e poco noti operatori locali? E perchè no, anche degli artisti, e da ultimo anche dei giovani!
Oltre al programma dettagliato con tutti gli interventi, inseriamo ill punto di vista di Leonardo Nobler della FERPI (Fed. Relazioni Pubbliche) sul recentissimo Art Bonus e sulla reale capacità di attrarre il nuovo mecenate-sponsor.
Info: Il Sole 24 Ore – Ferpi
Nelle foto: Antonio Paolucci
in alto Carla Fendi