Simone Massi: Dell’ammazzare il maiale

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Simone Massi: Dell’ammazzare il maiale

dell-ammazzare-maialeDopo una straordinaria quantità di riconoscimenti, in gran parte internazionali, che hanno decorato la quasi totalità dei suoi diciassette cortometraggi, al suo secondo tentativo dopo la nomination di “Nuvole, mani” nel 2010, Simone Massi, il filmmaker di Pergola, collina del pesarese, si è meritatamente aggiudicato il David di Donatello per il Miglior Cortometraggio grazie alla violenta bellezza della sua ultima fatica, “Dell’Ammazzare il Maiale”.
Un film che nasce dai ricordi d’infanzia e che è un omaggio alla nonna di Massi, Zelinda, e più in generale un tributo a quello che le donne hanno rappresentato, fatto e subito all’interno della civiltà contadina del Novecento.
Massi è considerato uno dei principali autori di cortometraggi di animazione italiani e uno degli ultimi pionieri dell’animazione. Con all’attivo oltre 200 premi vinti nei principali festival nazionali e stranieri è ritenuto uno dei più grandi animatori a livello internazionale.
“Opera raffinata realizzata con disegni fatti a mano dall’ autore, in pastelli e olio su carta, colorati in tricromia, bianco, nero, rosso. Una freccia dolorosa e bellissima che squarcia la nostra memoria. Narra gli ultimi istanti del maiale, che, trascinato a forza dalla sua stalla, vede le cose del cielo e del mondo che lo circonda, prima di essere ammazzato. E’ poesia visiva e poema naturale, è pastello, matita e colore che raccontano la fine di un maiale e la sua paradossale umanità. Il percorso che compie il maiale nella tradizione marchigiana per andare al macello diventa percorso di iniziazione per il bambino, che attraverso lo spettacolo della morte straziante dell’animale si confronta con la morte e con il dolore, e con la vita dei campi. Vite e persone collegate da una scia di sangue, un filo rosso che tiene insieme una comunità artefice di morte, avvezza a riti, a sacrifici per il preservamento della vita della comunità stessa.”  

 

Info: Simone Massi

 

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Valentina Paciello