20 Lug Siamo Foresta. Triennale, Via Alemagna, Milano
Fino al 29 ottobre 2023
NELLA NATURA RIPENSARE IL RUOLO DEGLI UMANI
Natura ed essere umani non sono stati mai così vicini fino a far pensare ad un’unica entità, come nella mostra della Triennale che insieme alla Fondation Cartier pour l’art contemporain ci obbligano rispondere a parecchi interrogativi. Non a caso la Direzione Artistica è dell’antropologo Bruce Albert e del Direttore Generale Artistico della Fondation Cartier Hervé Chandès, con allestimento dell’artista Luiz Zerbini. Riunendo le opere di 27 artisti, provenienti da Paesi, culture e contesti diversi, per lo più latinoamericani e molti dei quali appartenenti a comunità indigene, Siamo Foresta impone di avere nuovi punti di vista sulla contemporaneità. La maggior parte delle opere in mostra racconta in particolare la storia del rapporto che la fondazione Cartier ha instaurato da tempo con artisti di alcune comunità indigene dell’America Meridionale. L’incontro con questi mondi estetici e metafisici, indigeni e non, è stata l’occasione per dare vita a nuovi progetti artistici, opere inedite e talvolta collaborazioni inaspettate.
L’incontro e lo scambio tra gli artisti sono alla base della nascita di questa mostra; in particolare quello tra gli artisti Sheroanawe Hakihiiwe, yanomami del Venezuela, e il francese Fabrice Hyber; l’incontro tra l’artista di Rio de Janeiro Adriana Varejão e Joseca Mokahesi, yanomami brasiliano; e la collaborazione più recente tra la yanomami brasiliana Ehuana Yaira e Cai Guo-Qiang, artista cinese con base a New York. Indipendentemente dal loro luogo di lavoro e di residenza questi artisti ripensano e ridisegnano il ruolo dell’uomo all’interno dell’universo dei viventi. Spiega Bruce Albert come Siamo Foresta trae la sua ispirazione da una comune visione estetica e politica della foresta come multiverso egualitario di popoli viventi, umani e non umani, e come tale offre una vibrante allegoria di un mondo possibile al di là del nostro antropocentrismo. Fin dalle sue origini, la tradizione occidentale ha diviso e gerarchizzato gli esseri viventi secondo una scala di valori di cui l’essere umano costituisce l’apice. La filosofia delle società indigene americane, invece, ritiene che gli esseri umani e i non umani – animali e piante – pur distinguendosi per l’aspetto dei loro corpi, siano profondamente uniti dalla stessa sensibilità e intenzionalità. Per loro, quindi, le comunità umane e non umane costituiscono un complesso multiverso di popoli che convivono, su un piano di uguaglianza e a costo di compromessi reciproci, all’interno di una stessa entità vasta e vivente, la ‘terra-foresta-mondo’. Magnifici gli arbusti radicati nelle braccia,i serpenti cosmici, i riti sciamanici alla fine del percorso di visita distrugge l’antopocentrismo occidentale che ha dominato la nostra cultura. Insomma siamo tutti natura!
Info: Triennale
Didascalia delle immagini: installation view at Triennale Milano, 2023. Credits Andrea Rossetti e Héctor Chico