03 Mar RAFFAELLO. Scuderie del Quirinale, Roma
Dal 5 marzo al 2 giugno 2020
IL DIVIN PITTORE. ALGIDE MADONNE MA ANCHE VERITÀ E VITA
Forse con lui è entrata a far parte del lessico quotidiano la parola bellezza; tanta e tale ne ebbe e ne profuse, ne donò ovunque nella sua breve ma immensa vita. Così come inesauribile è la sua perfezione estetica, la sua magnificenza architettonica, la sua saggezza artistica. Da Urbino portò con se l’operosità del padre Giovanni de’ Santi insieme a quell’artigianalità marchigiana che alimentava la sua bottega e che lasciò a 11 anni per approdare poi presso il Perugino. Poi a Firenze, ancora in Umbria e infine a Roma dove Giulio II gli affidò la decorazione delle Stanze vaticane. Fece di Roma una città rinascimentale, centro del mondo della pittura. Raffaello era amato da tutti (o quasi): gentile, modesto, generoso, bello, gradevolmente diplomatico. Oggi la mostra romana a lui dedicata lo celebra con giusta enfasi, senza paura di sforare il limite e la quantità tra opere esposte (più di 200), installazioni, riproduzioni al vero di monumenti (come il sarcofago in marmo che ne custodisce le reliquie al Pantheon), spettacolarità del percorso, numerosissimi corsi e approfondimenti ed eventi. Lo scopo è anche quello di mettere a fuoco la pienezza e maturità del pur giovane Raffaello, armonico equilibrio tra genialità e positiva realizzazione e materializzazione di una creatività immensa e ineguagliabile. Una mostra di forte contenuto scientifico, ma anche educativo che riconferma Raffaello come uomo del Rinascimento, impegnato anche nello svolgimento dell’incarico di prefetto alle antichità dello Stato della Chiesa, contribuendo allo sviluppo della piena consapevolezza della necessità della salvaguardia del patrimonio culturale. Il Divin Pittore quale antesignano dei Soprintendenti? Forse. Ma dalla storia dei grandi ci sono linee guida su cui riflettere. Diresse scavi archeologici, studiò e conservò le vestigia urbane di Roma antica, coordinò il grandioso cantiere della basilica di San Pietro.
Tra le opere in mostra la Madonna del Granduca e la Velata delle Gallerie degli Uffizi, e la Santa Cecilia dalla Pinacoteca di Bologna. Oppure opere mai riviste in Italia dopo il loro “trafugamento-allontanamento”, come la Madonna Alba della National Gallery di Washington, la Madonna della Rosa dal Prado o la Madonna Tempi della Alte Pinakothek di Monaco di Baviera. E ancora, il Ritratto di Baldassarre Castiglione e l’Autoritratto con amico dal Louvre. Insieme e vicini i ritratti dei due papi che consentirono a Raffaello di essere Raffaello, Giulio II dalla National Gallery di Londra e Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi degli Uffizi, presentato per la prima volta dopo un accuratissimo restauro,durato tre anni, a cura dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Tutto è da vedere ed ogni dettaglio è meraviglia pura. Raffaello, in parte offuscato e omologato per la pienezza tenera, algida, irraggiungibile delle sue Madonne, è particolarmente in questa mostra, un pittore forte e vivo, vivacissimo. Nei ritratti femminili emergono figure di donne spesso da lui amate; maliziose e lontane da alcove matrimoniali. Ma anche immagini letterarie o ideali. La Fornarina, nella sua integra compattezza espressiva, conserva sensualità e carnalità inesausta e resta ancora un irrisolvibile enigma.
Info: Scuderie del Quirinale
Didascalia dell’immagine in alto: Madonna d’Alba, 1510 circa
La Velata, 1516 circa
Ritratto di Leone X tra i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi, 1518-1519
Ritratto di donna nei panni di Venere – Fornarina, 1519-1520 circa
Madonna della Rosa, 1518-1520
Ritratto di Giulio II, ante marzo 1512
Madonna Tempi, 1507-1508