28 Set PIRANESI nelle collezioni della Galleria Nazionale dell’Umbria. Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia
Fino all’8 gennaio 2023
IL MITO DI ROMA TRASMESSO DAL GRANDE INCISORE: UN REPORTAGE SULLA BELLEZZA DELL’ANTICO
Sono più di 70 le incisioni all’acquaforte dedicate alle bellezze antiche e moderne di Roma, tratte dai due volumi delle Vedute di Roma, tra le più rappresentative del suo percorso di ricerca e della sua evoluzione stilistica, formale e tecnica. Un fotoreporter, diremmo oggi, che esaltava la realtà senza tradirla. Tipo l’odierna realtà aumentata? Forse. Ma resta il fatto che Roma ha inseguito Piranesi (o viceversa) per tutta la sua vita, alla ricerca dell’anima profonda della città, perfezionando con studio e duro lavoro una evidente e costante evoluzione formale e tecnica. E’ stato anche un architetto, realizzando però come tale solo il Complesso di Santa Maria del Priorato sull’Aventino. La sua dedizione fu tutta dedicata al disegno, riproducendo quasi tutti gli edifici importanti, facendo di questo anche una consistente fonte di guadagno. La moda del grand tour, che induceva molti a visitare Roma, coinvolse nobili e classi agiate all’acquisto di stampe e riproduzioni varie. Con questa vasta produzione, ma anche con studi seri e prolungati, intendeva affermare la superiorità dell’architettura romana su quella greca, esaltando questo paragone con innovative tecniche prospettiche, ma anche con visioni fantastiche per un’archeologica più magica che antiquaria. Le immagini in mostra sono di proprietà del Museo perugino, che scopre così un’altra fetta del suo ampio patrimonio. Da non perdere inoltre la videoinstallazione di Grègorie Dupont con le musiche di Teho Teardo di un’altra notissima opera di Piranesi “Le carceri d’invenzione”, spesso rievocata e indicata come rappresentazione dell’ingegno del male. (www.youtube.com/watch?v=guLBWupgh-Q)
Piranesi contribuì notevolmente a “tramandare” nei secoli e in tutta Europa il volto della sua Roma, abilmente e genialmente ritoccata. L’inesorabile declino e il contrasto tra gli eleganti monumenti antichi e le grandiose anonime architetture moderne, venne da lui rappresentato con una licenza di anticipazione, affatto immaginifica, che lo inserisce tra quei pochi artisti che hanno saputo disegnare e comunicare la temperie della propria epoca.
Info: Galleria Nazionale dell’Umbria
Didascalia dell’immagine in alto: Giovanni Battista Piranesi, Veduta dell’Anfiteatro Flavio, detto il Colosseo, 1704
Giovanni Battista Piranesi, Veduta del Ponte e Castello Sant’Angelo, 1658
Giovanni Battista Piranesi, Veduta dell’Isola Tiberina, 1662
Giovanni Battista Piranesi, Veduta della vasta Fontana di Trevi anticamente detta l’Acqua Vergine, 1639
Giovanni Battista Piranesi, Rovina d’una Galleria di Statue nella Villa Adriana a Tivoli, 1742
Giovanni Battista Piranesi, Obelisco Egizio, 1618