02 Mar Niki de Saint Phalle: tra femminilità e femminismo
Museo Guggenheim, Bilbao
Fino al 7 giugno 2015
Catherine Marie-Agnes Fal de Saint Phalle, detta Niki, nobile di nascita e anticonformista per natura, fin da bambina voleva diventare l’eroina di un romanzo moderno e c’è riuscita con la sua vita. Dal temperamento appassionato e intenso, trova nell’arte la forma per scaricare la sua rabbia contro le ingiustizie e contro il suo stesso padre che l’aveva violentata all’età di 11 anni.
Pittrice, scultrice, incisore, cinesasta, architetto: nessuna forma d’arte ha fermato l’esuberanza con cui dava vita al suo impegno sociale mescolando femminilità e femminismo, disperazione e gioia di vivere, gioco e violenza. “Ho avuto la fortuna di incontrare l’arte perchè sul piano psichico avevo tutto quello di cui c’era bisogno per diventare un terrorista. Invece il fucile l’ho utilizzato per una buona causa”.
La sua opera è una denuncia contro la società patriarcale, la religione, il razzismo. “Credo che sia venuto il tempo – aveva sentenziato – di una società matriarcale”. E ancora: “Sarebbe molto più gioioso il mondo se fosse governato dalle donne”.
Con la sua vita eccentrica e la spasmodica attenzione alla sua immagine mediatica, Niki ha finito per fare ombra al contenuto del suo lavoro. Al Guggenheim di Bilbao si continua a celebrare, dopo Parigi, il suo coraggio, il suo stile e il suo progetto politico-culturale per assegnarle un posto importante nella storia dell’arte del XX secolo.
Tra le opere esposte, le sue celebri Nanà, colorate, allegre e danzanti.
Info: Guggenheim