18 Dic Natale al cinema con Ken Loach: per tutti c’è un sogno
La parte degli angeli
La salvezza in una botte di whisky
Il riscatto in un bicchiere di whisky. Anzi in una botte. È la parabola del nuovo film di Ken Loach, che appartiene al lato sorridente del suo cinema. Fiabe moderne, spesso irresistibili, più che commedie. Perché la speranza è l’ultima a morire, specie per gli ultimi della lista.
Il protagonista si chiama Robbie, ha una ventina d’anni e sta per diventare padre. Ma questa è l’unica porta aperta che gli rimane. Il tribunale lo ha appena condannato a 300 ore di lavori socialmente utili per violenza e teppismo; i nemici di suo padre lo cercano per fargli la pelle, perché in certi ambienti si ereditano solo i guai; il padre della sua ragazza, un tipaccio che ha fatto i soldi, lo cerca per cacciarlo da Glasgow; e Robbie non può nemmeno difendersi se non vuole perdere tutto.
Però ha un dono, anche se non lo sa. Non solo è sveglio, intelligente, attento agli altri malgrado tutto, ma ha un naso infallibile. E abbastanza fantasia per metterlo a frutto, in modo non esattamente legale, quando il caso gli fa visitare una distilleria di whisky e incontrare una serie di esperti che saranno suoi complici, più o meno involontari, in un colpaccio che segna il suo riscatto. E darà una nota di speranza anche al pugno di coetanei che lo accompagnano nell’impresa.
Loach è un regista corale: se uno solo ce la fa, tutti, per folli o disperati che siano, meritano amore e comprensione. Dietro al colpaccio di Robbie c’è anche il sogno, qualcosa in cui credere, un mistero che dona piacere solo a chi ha disciplina, passione, fiuto. Il riscatto, in fondo, inizia lì.
Paul Brannigan nel film La parte degli angeli
Info: Corriere della Sera