24 Ott Munch. Il Grido Interiore. Palazzo Reale, Milano
Fino al 26 gennaio 2025
IL SUO URLO PERENNE DA PIU’ DI UN SECOLO
Qui non c’è il suo iconico URLO, ma certamente c’è tutto intero il tormento esistenziale dell’umanità con 100 opere del pittore norvegese che ha caratterizzato molto del Novecento artistico e non solo. L’occasione è l’80° anniversario della sua morte, e questa prima grande mostra di Milano a Palazzo Reale, andrà poi a Roma a Palazzo Bonaparte dal 18 febbraio 2025. Tutto proviene dal Museo MUNCH Museum di Oslo: dipinti, disegni e stampe arricchite da acutissime e penetranti riflessioni dello stesso autore che aiutano a capire in parte la sua umanità, il suo essere, il suo esistere; quasi il suo intero percorso, dal 1880 fino alla sua morte. Immagine erroneamente ascritta alla fugace ed inquieta Belle Epoque, Edvard Munch è certamente un pittore universale, come poche altre eccezioni, forse solo da Van Gogh a Picasso. Tutto quanto esposto a Palazzo Reale è meraviglioso: un continuo precipitare, penetrare, lavorare cercando una specifica inequivocabile realtà. La perdita prematura della madre e della sorella, la tragica morte del padre, la tormentata relazione con la fidanzata Tulla Larsen hanno violato la vita di Munch; dolori disperati che lo hanno spinto verso forme di follia e malessere. La sua narrativa è quindi talentuosamente disperata; i suoi volti sono senza sguardo, i paesaggi annegano tra buio e luce, mentre il colore affoga e comprime lo spazio. Tra i capolavori esposti è essenziale non perdere La morte di Marat (1907), Notte stellata (1922), Le ragazze sul ponte (1927), Malinconia (1900-1901) e Danza sulla spiaggia (1904). Tra le litografie quella de L’urlo (1895) – purtroppo non una del dipinto “più famoso al mondo” e quella di Madonna (1902). Un argine ai sentimenti impetuosi, all’erotismo dirompente, alle acque agitate è la tela, incredibilmente serena, Le ragazze sul ponte: un raggio di sole in fondo a tormenti che sembravano senza fine. I colori non aggressivi, i volumi contenuti, la giovinezza quasi speranzosa. L’ artista quarantacinquenne tornò definitivamente nella sua Norvegia, stabilendosi al mare, dipingendo soprattutto paesaggi e dove iniziò a lavorare ai giganteschi dipinti murali che oggi decorano la Sala dei Festival dell’Università di Oslo. Queste tele, le più grandi dell’Espressionismo in Europa, riflettono il suo sempre vivo interesse per le forze invisibili e la natura dell’universo. Nel 1914 acquistò una proprietà a Ekely, Oslo, dove, da celebre artista internazionale, continuò il suo lavoro sperimentale fino alla morte, avvenuta nel 1944, appena un mese dopo il suo ottantesimo compleanno.
Info: Palazzo Reale
Didascalia dell’immagine in alto: Edvard Munch, Le ragazze sul ponte, 1927
Edvard Munch, Malinconia, 1900-1901
Edvard Munch, Madonna,1895-1902
Edvard Munch, Notte stellata, 1922-1924
Edvard Munch, Il bacio, 1897
Edvard Munch, L’ansia, 1894
Edvard Munch, Rara litografia dell’Urlo