Mostra Sassoferrato: la più grande bellezza del 2017

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Mostra Sassoferrato: la più grande bellezza del 2017

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Palazzo degli Scalzi, Sassoferrato (An)

Prorogata al 7 gennaio 2018

 

Sì, quella di Sassoferrato è decisamente la più importante mostra nelle Marche di questo difficile 2017, che ha visto tutta la regione impegnata in un dopo terremoto di difficile quanto faticoso riavvio. La nostra Redazione ha raccolto entusiastiche impressioni di visitatori, ma anche di giornalisti e critici. E poi c’è anche il fatto che le nostre prime esperienze sono nate con l’amicizia e l’incontro con Federico Zeri, a Sassoferrato, in occasione della prima grande mostre dedicata al Salvi. Quindi la nostra scelta è dettata anche dall’affetto e dal ricordo di un grande meraviglioso maestro. Intatta ancora l’ammirazione, anche questa sentimentalmente motivata, per altri due protagonisti di quella mostra (era il 1990), Pierre Rosenberg e Luciano Greganti. Tra le recensioni e le note critiche ricevute abbiamo deciso di pubblicare quella di Flavia Buldrini.

 

Info: mostra

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La mostra “La devota bellezza” a Sassoferrato: la raffinata dolcezza del volto della Madonna 

La mostra La devota bellezza a Sassoferrato giustamente prorogata al 7 gennaio 2018, a cura di François Macé de Lépinay è una perla di raro pregio incastonata in seno ai monti azzurri marchigiani, come a custodirne segretamente la bellezza perché resti inviolata. In questa meravigliosa galleria affiorano volti soavi di Madonna velati di pudore e di rarefatta bellezza, che emanano un radioso candore, come sospesi nella trasparenza dell’innocenza divina. Così, è il fascino della purezza della Vergine orante, declinata in diverse versioni, una proveniente dai Musei civici di Palazzo Mosca a Pesaro, un’altra dalla Pinacoteca comunale “F. Podesti” ad Ancona (Mater dolorosa), la Madre celeste avvolta da un telo blu, ispirata ad un’assorta mestizia e le mani composte in preghiera, come a contemplare il mistero dell’amore di Dio per gli uomini e ad implorare perdono per i loro peccati. Sono incarnati raffaelleschi, “aggiungendo un pizzico di sensualità seicentesca”- come s’illustra nei pannelli di presentazione -, soffusi di dolcezza, come la Madonna orante della Fondazione Marini Clarelli Santi di Perugia, o dall’espressione compunta, come la Madonna orante di una collezione privata; o ancora, si resta inteneriti dalla compostezza verginale della Madonna orante conservata nella Pinacoteca civica di Ascoli Piceno, che ha un’immagine speculare nella Madonna della salute, con Gesù bambino addormentato, della chiesa di S. Giorgio di Macerata; infine, restiamo incantati dalle raffinate Madonna della purità del Museo diocesano di Recanati e Mater amabilis di proprietà del Conte Gregorio d’Ottaviano Chiaramonti di Cesena. Quando poi la Madonna fa coppia con il Figliolo divino, la suggestione della bellezza e della purezza sembra dilatarsi all’infinito, come nella leggiadra giocondità, vivacità cromatica e maestà dell’aspetto della Madonna con Gesù bambino e il libro (appartenente alla collezione privata di Pesaro), ovvero nelle amorose schermaglie di Madonna con Sant’Anna, Gesù e San Giovannino detta Madonna del divino amore (del Museo diocesano di Jesi) e Madonna col Bambino e San Giovannino, tratto da una collezione privata; cui fanno eco la preziosa miniatura intarsiata di una cornice dorata di Madonna con bambino e il libro detta Madonna Conestabile (della fondazione Marini Clarelli Santi di Perugia), come pure l’intenta Vergine con libro (collezione privata). A delicata grazia e tenerezza è improntata la Madonna col Bambino, detta Vergine col bambino dormiente, in cui la Madre celeste veglia amorosamente sulla divina creatura, dalle carni candide e rosee, vezzosamente immersa nel sonno. Spicca, quindi, la statuaria icona dalla veste purpurea e il manto blu (colori ricorrenti nell’artista) dell’Immacolata Concezione di proprietà della Pinacoteca di Brera di Milano. Inoltre, la scena si amplia con la mirabile coreografia de L’adorazione dei pastori, del Museo Capodimonte di Napoli, con la devota venerazione degli astanti, in particolare dei pastorelli, dei graziosi putti angelici, della Vergine e di S. Giuseppe, dinanzi ad un Bambino che sembra sgomento di tanta attenzione; la possente iconografia dell’Annunciazione della Chiesa della SS. Annunziata a Casperia (RI), con un folgorante fascio di luce che trafigge una Vergine ieratica e profondamente raccolta in Dio; la maestosa figuratività della Madonna del rosario (Galleria nazionale delle Marche, Urbino). Quindi vi è la rappresentazione densa di pathos del Cristo crocefisso con un angelo e S. Giovanni evangelista della Galleria nazionale delle Marche, con l’angelo che addita severamente la passione del Signore all’interlocutore, come ad ammonirlo a ricordare quanto abbia sofferto per salvarci; Gesù Cristo crocefisso con la Madonna e San Giovanni Evangelista della civica Pinacoteca d’Arte a Sassoferrato, con il sangue vivo che sgorga dal costato del Salvatore, con Maria SS. e l’apostolo totalmente immersi nel dolore, con l’acceso cromatismo del rosso, simbolo del martirio. Poi vi sono le figurazioni di santi come il Matrimonio mistico di santa Caterina con S. Barbara, tratto da una collezione privata, in una rappresentazione fortemente plastica ed elegante; inoltre, sfilano volti serafici come quello di Santa Apollonia (Basilica della Madonna della Misericordia a Macerata), da cui traluce una velata mestizia, con l’emblema delle tenaglie e del dente estratto, ad evocare le crudeli torture cui fu sottoposta, fino a gettarsi volontariamente nel rogo per non rinnegare il Signore; la sconvolgente rammemorazione del supplizio di Santa Lucia, con il macabro particolare degli occhi cavati posati sul piatto; Angelo in adorazione (Fondazione Roberto Longhi), adagiato in ginocchio su una nuvola e tutto compreso dei divini misteri. Si può quindi apprezzare il realismo dei ritratti, quali del Cardinale Pietro Ottoboni (Museo d’Arte Medievale e Moderna, Musei civici, Padova) o di Monsignor Ottaviano Prati (Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma, Palazzo Barberini). Infine, vi è la sezione dedicata ai disegni della Collezione Reale Britannica, tra cui ricordiamo un suggestivo Studio di Santa Maria Maddalena e un’intensa Santa Maria Maddalena ai piedi della croce. Questi volti s’affacciano da un tempo senza tempo, così vividi che parlano all’anima, fissati nel momento culminante della loro santità, come affacciati sull’eternità. Scrive incisivamente Federico Zeri: “La trasfigurazione di materia, luce e fisionomia è totale: abbiamo una specie di purezza assoluta, di purezza indicibile, che fa pensare a una specie di sogno, di materia pura… guardate l’incarnato è un miracolo di concezione e di esecuzione, è uno dei grandi miracoli della pittura del Seicento… Come chiamare piccolo un pittore come questo? Il Sassoferrato è un vero genio, è veramente il grande pittore dell’arte sacra dal Cinquecento ad oggi.”  Flavia Buldrini

 

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Federico Zeri, Luciano Greganti, Gabriella Papini. Sassoferrato 1990