12 Ott MARC CHAGALL, come nella pittura così nella poesia. Palazzo della Ragione, Mantova
Fino al 3 febbraio 2019
E’ stato un poeta che dipingeva con il cuore
E’ stato un poeta del cuore il pittore Mar Chagall, che suscitò fascino ed attrazione su molti artisti e letterati dell’inizio del Novecento. Ora a Mantova l’anima romantica del grande errante russo viene esaltata, ma anche contrapposta ad una sua vocazione rivoluzionaria. Infatti tra le 130 opere in mostra, prestate dalla Galleria Statale di Mosca, sono compresi anche il ciclo completo dei 7 teleri dipinti nel 1920 per il teatro Ebraico di Mosca su indicazione del regista Aleksej Granovskij e che, per Chagall furono una spinta al rinnovamento e all’abbandono dei sogni giovanili, fino a raggiungere paradossali note ironiche. Si tratta di scenografie totali di tre opere teatrali, dove non a caso compaiono anche ricordi dei pagliacci del teatro popolare ebraico e dove necessitavano chiarezza e razionalità progettuale. Si coglie in questo lavoro, tra colpi e tocchi di pennello dinamici ed eccitanti, l’imminente rinnovata creatività di Chagall che si trasforma dopo la pittura “infantile” dove animali, case, uomini e donne volavano teneramente. Dalla serie di acqueforti in esposizione emerge la forte connessione con la letteratura, tra le quali le illustrazioni per “Anime morte” di Nikolaj Gogol e per le “Favole “ di La Fontaine. Il suo universo artistico-sentimentale raccoglieva mondi culturali differenti ma coralmente uniti: ebraico, russo, occidentale. Raggiungendo però sempre una omogeneità calda che si alimentava dei battiti del suo cuore, di cui era solito dire: “Se lo metto in una creazione, questa funzionerà facilmente, se invece uso solo la testa, sarà più difficile”.
Info: la mostra
Didascalia immagine in alto: Marc-Chagall, Introduzione al Teatro ebraico, 1920
Marc-Chagall, Il violinista (particolare), 1920
Marc Chagall, Studio per “La-pioggia”, 1911
Marc Chagall, Sopra la città, 1914-1918
Marc Chagall, I musicanti, 1911 ca