12 Ott LORENZO LOTTO – IL RICHIAMO DELLE MARCHE. Palazzo Buonaccorsi, Macerata
Fino al 10 febbraio 2019
Itinerari: Ancona, Cingoli, Jesi, Loreto, Mogliano, Monte San Giusto, Recanati, Urbino
Lorenzo Lotto, forse il primo a mostrare i sentimenti, le incertezze, le titubanze… fino a dipingere un’Annunciazione con Maria che volta le spalle all’Angelo, mentre il gatto di casa fugge spaventato. La vita assai complicata di un uomo in fondo semplice, quella di Lorenzo lotto, sempre con poco denaro, che dopo tentennamenti e girovagare tra Bergamo, Treviso e la nostalgia delle sua Venezia, scelse le Marche (dove già era felicemente approdato a Recanati, fin dal 1506 per il Politico dell’Altare maggiore della Chiesa di San Domenico), per fermarvisi definitivamente forse per fare ordine e per meditare. Certo è che assai innovativo era il suo sguardo, un taglio psicologico, che gli consentiva di scendere nella profondità dei volti che effigiava nei suo ritratti o nelle figure del sacro: angeli, santi, Madonne col Bambino. E ovunque una luce usata anche affettivamente a sfumare o ad accrescere mistici languori. Non raffigurava accadimenti, ma persone, con tanto di sgomento, stupore, a volte gioia negli occhi, nelle mani, negli abiti sempre eleganti sia se sontuosi, sia se semplici. E cieli e nuvole sempre nitidi, comprensibili, facili da guardare, da scorgere oltre le cornici, oltre le pareti delle Chiese o dei palazzi dei signori committenti. Un’arte all’apparenza facile e per questo forse, a suo tempo sottovalutata. Da altri artisti che primeggiavano in grandiosità, in veemenza, in fragore pittorico. Ma, come si può ben comprendere da questa grande ed importante mostra che le Marche gli dedicano nella sede dei Palazzo Buonaccorsi a Macerata, il Lotto era tutt’altro. Diretto e schietto, forte ed efficace nel colore, anche se meno dirompente dell’avido ed aggressivo Tiziano, re degli affari. Sempre minuzioso e studioso, abilmente impegnato a partire dal disegno, come dimostrano qui a Macerata alcuni rari reperti mai esposti unitamente a dipinti poco noti. Ma sono in mostra soprattutto capolavori amatissimi e non sempre raggiungibili come, dall’Hermitage Cristo che conduce gli Apostoli al Monte Tabor /1511-1512 e dagli Uffizi una Sacra Conversazione (1534).Il rapporto tra la terra marchigiana e il Lotto fu lungo e fruttuoso e non si limitò agli ultimi suoi anni, quando si ritirò a Loreto negli ultimi 4, lasciando alla Chiesa ogni suo avere. Ben 25 sono i lavori lotteschi disseminati nei diversi centri e lasciati volutamente nei siti di appartenenza, per cui particolare cura è stata dedicata agli itinerari di Cingoli, Jesi, Loreto, Mogliano, Monte San Giusto, Recanati, Urbino e Ancona. Qui le opere del Lotto risplendono di eterna bellezza e fanno grandi anche piccoli centri, altrimenti lontani, soprattutto con le difficoltà provocate dal sisma. Una mostra internazionale proprio perché strettamente, sinceramente e saldamente locale, che vede in campo il Museo del Prado di Madrid, la National Gallery di Londra e la Rete dei Musei lotteschi delle Marche. La preziosa cura è di Enrico Maria Dal Pozzolo.
Info: Comune di Macerata
Didascalia immagine in alto: Lorenzo Lotto, Sacra Famiglia con Sant’Anna e San Gerolamo, 1534
Audiointervista di Loredana Cinti a Marta Paraventi
Lorenzo Lotto, Natività in notturno. Madonna che lava il bambino (particolare), 1526
Lorenzo Lotto, San Girolamo penitento, 1541-1546