30 Mar LA SECONDA ORA D’ARTE. Einaudi, Torino, 2021
di Tomaso Montanari
Ancora un successo per Montanari che, solo da alcuni mesi è anche un indiscusso protagonista degli schermi televisivi. Non che questo ridimensioni la sua figura di storico dell’arte, sempre attento ad analizzare con un tono tra il severo e l’ironico su tutto quanto ruota attorno all’arte, con un personalissimo taglio socio-economico. Senza mai oltrepassare uno stretto confine che rispetti un altissimo livello culturale. Tutti parlano di rendere l’arte alla portata di tutti, alla maggior fruizione possibile. Spesso però si resta nelle linee della promozione, del marketing, del turismo. Ciò che indica Montanari è un avvicinamento reale, fisico, camminando tra le opere, osservandole, leggendole. Scrive che sarebbe molto lieto di suggerire una “lentissima camminata in una qualunque chiesa storica del nostro Paese: e invece di fermarmi a far due chiacchiere con i passanti e i conoscenti, mi fermerei a leggere ogni lapide”. Ognuno di quei brevi testi ha il potere di convocare davanti ai nostri occhi uomini e donne, eventi e pensieri, storie e vite di dieci secoli, e oltre. Dalla più sperduta chiesa si stende una rete di storie che avvolge l’Europa o il mondo interi, capace di farci sprofondare nei recessi intimi della nostra comune umanità. Montanari traccia in queste pagine agili e appassionanti una possibile via per un’educazione artistica che sia anche educazione sentimentale e civica. E ci accompagna tra le strade del bello, dove alto e basso si mescolano, dove contemporaneo e classico sono parte di un unico grande discorso, che parte dalle mani impresse sulla roccia in una caverna e arriva a Banksy, passando per Raffaello, Monet, Pelizza da Volpedo e Rotko. Fermarsi e andare oltre il valore estetico: è questo la finalità. Un cambio di passo. Non fugace e sorretto da nozioni e reminiscenze scolastiche, ma immedesimazione sulle storie, sui volti, sugli sguardi, sui particolari anche minimi. Ad esempio La Visitazione di El Greco è solo l’incontro di due donne che si guardano, si abbracciano sull’ingresso di una casa. Sono Elisabetta e Maria. Povere, incinte, non comprese dai mariti che in quell’istante le hanno abbandonate, sono avvolte nello stesso mantello ultraterreno che copre i loro corpi fino a renderle irriconoscibili. Due “scartate” dalla società che cercano solidarietà l’una nell’altra. Avete mai commentato con un amico questo avvenimento? E come lo vedete, oggi, quando lo scarto (non solo per Papa Francesco), è tornato tra le parole più usate in ambito appunto socio-economico? Ed è allora che ogni racconto d’arte di Montanari è anche una lezione e un’amplificazione dell’attualità politica e culturale. E’ una lettura utile e divertente, come anche tutte le sue precedenti pubblicazioni. Tra le più note La madre di Caravaggio è sempre incinta, tra i primi, ma anche Costituzione italiana articolo 9, fino a L’ora d’arte, quasi un preludio all’ultima fatica; infatti questa è la seconda!!!!!!! Ma stavolta di taglio storico-antropologico!
Info: Einaudi