05 Apr Il Rinascimento come terapia. RAFFAELLO 1520 – 1483
6 aprile 1520. Se ne andava il Divin Pittore. Era il suo trentasettesimo compleanno
L’eterna bellezza di Raffaello non ci abbandonerà mai. Ci inonderà con la sua grazia, forza, tenerezza, magnificenza. Possiamo osare il più amato nel mondo occidentale? Ma in questo 6 aprile 2020 quando tutti siamo sovrastati da una realtà difficile, indefinita, improvvisa e crudele, ripensare Raffaello può essere anche benefico e curativo. La nostra emotività scossa ed incerta, chiusa in una quotidianità obbligata, può recuperare energia e conforto con soli pochi sguardi, solo pochi pensieri; sulla sua arte ma anche sulla sua passione e preoccupazione per la cura e la salvaguardia delle antichità dello Stato della Chiesa di cui fu anche prefetto. Amore, passione e azione, anche educativa. Un uomo del Rinascimento che indicava l’arte e la cultura come beni primari per l’umanità. Non a caso Raffaello studiò, conservò, difese, costruì fino al grandioso cantiere della basilica di San Pietro. La ricorrenza dei 500 anni può momentaneamente allontanarci dai discorsi sulla pandemia, concedendoci un’evasione saggiamente positiva, convinti che una sorta di Rinascimento può riaffiorare, aiutarci a creare nuovi rapporti, legami, conoscenze, senso di comunità e rafforzamento delle singole individualità e personalità. Si, perché si può rinunciare a molto, ma non al conforto della bellezza. Impegniamoci da subito, da adesso, a ritrovarla e a riconoscerla, a proteggerla. Con passione e volontà.
Didascalia dell’immagine in alto: Raffaello Sanzio, Lo Sposalizio della Vergine, 1504
Raffaello Sanzio, Madonna del Diadema Blu, 1510-1512
Raffaello Sanzio, Autoritratto con un amico, 1518-1520
Raffaello Sanzio, Visitazione, 1517
Raffaello Sanzio, Le Tre Grazie, 1503-1504