08 Mag Il Ministro Franceschini vuole aprire ai privati
Il Ministro Dario Franceschini tra speranza di nuovi mecenati e prospettive di sistema.
In due interviste (Quotidiano Nazionale 4 maggio e La Stampa 8 maggio) incalzato da domande pressanti (ma non ineludibili) di Lorenzo Sani e Cesare Martinetti, mette in luce alcuni punti del suo programma. Pur considerando la fresca nomina, e il fermo per la breve malattia, il Ministro sembra ancora essere nella fase dell’analisi e studio dei problemi, delle speranze e desideri (tutti condivisibili) mentre restano ancora sullo sfondo temi come la produttività del settore cultura, l’innovazione e la progettualità. Non si pone nemmeno interrogativi sulla necessità di andare oltre la legislazione vigente, datata anni 30, sulla conservazione dei beni culturali; nulla è stato legiferato infatti in materia di prevenzione e valorizzazione, intesa come fruizione. Il richiamo all’esigenza di nuovi mecenati e alla necessità di agevolazioni fiscali, ci sembra non possa essere lanciata in aria sperando in una ricaduta gossip dei media più glamour senza nulla accennare alle modalità e alle operatività gestionali di questi tanto desiderati mecenati. Non siamo nel Rinascimento e questi richiami ad improbabili figure di benefattori della cultura rischiano di restare sogni e/o desideri. Proprio perché dalle tanto ricercate e poi vituperate sponsorizzazioni (in netto calo, a meno che non si tratti di sponsor tecnici) non si è riusciti a modulare una prassi veloce, corretta e trasparente. Anzi, spesso gli interventi di soggetti privati, siano essi di natura finanziaria o gestionale hanno incontrato ostacoli, divieti e conflitti di ogni genere. Nelle due interviste che qui sotto riportiamo, il Ministro rassicura gli studenti degli Istituti Professionali quinquennali per il Turismo sulla possibilità di un lavoro sicuro. Mentre si astiene dall’indicare come sarà declinato, e in quanto tempo, il binomio turismo-cultura. Alle insinuazione giornalistiche di come il Museo del Louvre riesca a fare affari con i Paesi Arabi e i Musei italiani abbiano maggiori difficoltà, Franceschini risponde, questa volta sinceramente, che i nostri Musei sono disseminati sul territorio e che quindi la loro offerta presenta maggiori difficoltà. Stamattina arriva l’ultima uscita di Dario Franceschini al Salone del Libro di Torino con la quale, sempre alla ricerca di attenzione, accusa la televisione e chiede “il risarcimento a Rai, Sky e Mediaset per aver fatto danni alla lettura che ora devono risarcire, facendo più trasmissioni sui libri”.
L’ambito culturale ha soprattutto bisogno di un vero ed autentico progetto complessivo. Un progetto vero e non altro. Che investa tutto il paese. A Franceschini buon lavoro e meno esposizioni mediatiche per elencare desideri e sogni!
Maggiori info: Quotidiano Nazionale – La Stampa