06 Mar Henri Cartier Bresson. Fotografo
Mole Vanvitelliana, Ancona
Fino al 17 giugno 2018
Alla Mole di Ancona per cogliere l’attimo
Gli splendidi spazi della Mole Vanvitelliana accolgono e mettono in mostra 140 scatti di uno dei pilastri della fotografia del ‘900, colui che, mettendo in linea mente, occhio e cuore, ha contribuito a gettare le basi del fotogiornalismo moderno.
“Ogni volta che premo il pulsante dello scatto, è come se onservassi ciò che sta per sparire”, un pensiero che ci spinge a riflettere sulla sua concezione di fotografia e sul ruolo fondamentale che la sua finestra sul mondo e la sua personale visione hanno avuto nella evoluzione di questa che è ormai definitivamente riconosciuta a tutti gli effetti una espressione d’arte. Stampe di non eccessive dimensioni, tutte (tranne una) comprensive della bordatura del negativo, a dimostrazione del suo rifiuto di “croppare” le inquadrature originali degli scatti. Un mare di immagini in cui immergersi, per materializzare l’idea che “Una fotografia non è né catturata né presa con la forza. Essa si offre. È la foto che ti cattura.”… e voi non opponete resistenza, lasciatevi catturare…
Dopo “Icons” di Steve McCurry dello scorso anno, torna la grande fotografia alla Mole Vanvitelliana dove, catturare l’attimo, puo’ essere un’esperienza unica. Sauro Marini
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Bresson, il fotografo francese padrone del mondo, anche lui, naturalmente Magnum. E’ suo il famoso “cogli l’attimo”. Carriera, metodo, le relazioni con i soggetti, le situazioni e i luoghi riprodotti. L’artista, teorico dell’istante decisivo in fotografia, afferma “per me la macchina fotografica è come un block notes, uno strumento a supporto dell’intuito e della spontaneità, il padrone del momento che domanda e decide nello stesso tempo”. «Per parlare di Henri Cartier Bresson – afferma il curatore Denis Curti – è bene tenere in vista la sua biografia. La sua esperienza in campo fotografico si fonde totalmente con la sua vita privata. Due episodi la dicono lunga sul personaggio: nel 1946 viene a sapere che il Moma di New York intende dedicargli una mostra postuma, credendolo morto in guerra e quando si mette in contatto con i curatori, per chiarire la situazione, con immensa ironia dedica oltre un anno alla preparazione dell’esposizione, inaugurata nel 1947. Sempre nello stesso anno fonda, insieme a Robert Capa, George Rodger, David Seymour, e William Vandivert la famosa agenzia Magnum Photos. Insomma, Cartier Bresson è un fotografo destinato a restare immortale, capace di riscrivere il vocabolario della fotografia moderna e di influenzare intere generazioni di fotografi a venire».
La mostra è una selezione curata in origine dall’amico ed editore Robert Delpire, scomparso l’anno scorso, e realizzata in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier-Bresson, istituzione creata nel 2003 assieme alla moglie Martine Franck ed alla figlia Mélanie e che ha come scopo principale la raccolta delle sue opere e la creazione di uno spazio espositivo aperto ad altri artisti. L’allestimento della mostra è curato da Denis Curti e Andrea Holzherr per conto di Magnum Photos.
Info: La mostra
Immagine in alto: Henri Cartier Bresson, Prostitute. Calle Cuauhtemoctzin Citta del Messico – Messico, 1934
Henri Cartier Bresson, Place de l’Europe-Stazione Saint Lazare Parigi-Francia, 1932
Henri Cartier Bresson, Viale del Prado, Marsiglia-Francia, 1932