08 Lug Giovanni Giudici
«Dove di noi sorride e sta/ La minima tua verità»
dalla sua ultima raccolta di poesie Da una soglia infinita (2004), curata dai suoi amici più vicini: Eugenio ed Evelina De Signoribus, Carlo Di Alesio, Rodolfo Zucco
Giovanni Giudici, (La Spezia1924 – 2011), una vita di splendente poesia; uno dei grandi della poesia contemporanea italiana, sempre desideroso di svelarsi direttamente, senza intralci o rallentamenti linguistici; i suoi sono versi energici e suggestivi. I tre anni che lo distaccano da Zanzotto e i due da Pasolini fanno sì che la poesia di Giudici nasca postuma all’ermetismo. Definito anche un rappresentante del crepuscolarismo internazionale, sembra tendere a fare della poesia uno strumento volto alla costruzione della propria autobiografia. Di formazione cattolica e marxista, con esperienze lavorative nel giornalismo e alla Olivetti, Giudici, forse anche per la sua ponderosa ed insostituibile opera di traduttore, può apparentarsi ai versi dei maggiori poeti americani (da lui stesso esemplarmente tradotti) come Wallace Stevens e Robert Frost.
Gentile ed appartato, Giudici è convinto che il poeta debba serbare la mente libera da ambizioni mondane e dall’assillo di una carriera.
FORTUNA
Già un po’ di suo puttana
Ma fatto per amore in sovrappiù –
Una bella fortuna
Nella sera di tarda primavera
Farti colgiere sola e un po’ smarrita
Unica via chissà non fosse ed era
Da corrersi per una
Non scordarsi di noi tutta la vita
L’omaggio a Giudici de LA LUNA
Ricordo come indelebile momento di pienezza e affettiva attenzione, la pubblicazione promossa dall’Associazione Culturale “La Luna” e stampato dalle le Grafiche Fioroni di Casette d’Ete “Da una soglia infinita. Prove e poesie 1983-2002”, (estate 2004), a cura di Evelina De Signoribus, introduzione di Carlo Di Alesio, nota e testi di Rodolfo Zucco. Non si tratta di un libro di poesia nel senso usuale del termine, né le singole sezioni muovono da un disegno organico d’autore; piuttosto i componimenti qui raccolti, tutti inediti, svelano l’itinerario complesso del poeta, del prosatore e del traduttore che, come scrive Evelina De Signoribus “ha portato il suo raro stigma di civiltà, come se l’impegno della vita trovasse il suo giusto nella parola e l’amore della propria lingua ne contenesse la salvezza…”. Il libro è illustrato da quattro incisioni originali di Sandro Pazzi che ha trasferito la sua emozione sulla carta tramite mirabili segni, così come il poeta la trasferisce tramite la parola. In una fredda ma limpida serata invernale (10 dicembre 2005) nel mirabile Teatro Pagani di Monterubbiano (Fermo) la presentazione con gli amici di sempre: Rodolfo Zucco, curatore dell’Opera di Giudici per i Meridiani Mondatori 2000, Carlo Di Alesio, curatore della cronologia della vita e delle opere di Giudici per gli stessi Meridiani, Eugenio De Signoribus, Direttore Letterario dell’Associazione “La Luna”. Piergiorgio Cinì con la lettura di alcuni versi del Poeta tratti dal volume.
Immagine: Sandro Pazzi, Gabbia, acquaforte
Link esterni: Corriere.it; Ricordo di Giovanni Giudici di Carlo Ossola, Il Sole 24 Ore