FUTURISMO. Palazzo Blu, Pisa

FUTURISMO. Palazzo Blu, Pisa

Fino al  9 febbraio 2020

CREATIVITA’, MODERNITÀ, INNOVAZIONE: IL GRIDO DEI FUTURISTI VERSO LE STELLE

Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Carlo Carrà, Gino Severini e Luigi Russolo sono i cinque rappresentanti del Futurismo vero e puro, quello per intenderci che prese avvio con lo scrittore Filippo Tommaso Marinetti con il suo Manifesto pubblicato a febbraio del 1909 sulle colonne parigine de Le Figaro. Questo era il motto: “Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo,una volta ancora, la nostra sfida alle stelle”. Ed in parte così fu. Roboante la parola, innovativa la pittura, i suoni, i motori, le azioni che anticiparono le attuali performance. Si voleva bruciare il tempo, superare il limite, andare oltre. Come nell’aeropittura, che si afferma negli anni successivi alla prima guerra mondiale, come espressione del mito della macchina e dell’entusiasmo per il volo, il dinamismo e la velocità dell’aeroplano. Ma anche la letteratura, la poesia, il teatro, la pubblicità e il design furono contaminati e raggiunsero ottimi livelli qualitativi. Più di 100 sono le opere a Palazzo Blu tra dipinti e sculture, ma anche progetti architettonici, oggetti, documenti, giocattoli, partendo dall’inizio, con le anticipazioni che diede il Divisionismo nei primi del Novecento. Sentimenti trionfalistici e patriottici, emergono orgogliosamente. Certo i Futuristi non erano timidi e modesti. Gridavano i loro inni alla scienza e alla tecnica, al cinema e al dinamismo umano che diventava universale. Di Tommaso Marinetti si ricorda anche il Manifesto sul Tattilismo che aprì le porte all’arte multisensoriale; esplosa poi solo 100 anni dopo. Non possiamo quindi non dire che non abbia saputo cogliere il futuro! Di Severini non bisogna non vedere “Danseuse articuleée” (1915); di Giacomo Balla “Forme Grido Viva l’Italia” (1915); di Enrico Prampolini “L’automa quotidiano” (1930).

Info: Palazzo Blu

Didascalia dell’immagine in alto: Giacomo Balla, Forme Grido Viva L’Italia, 1915


Gino Severini, Danseuse articulée, 1915


Benedetta Cappa Marinetti, Cime arse di solitudine, 1936


Giacomo Balla, Trasvolatori atlantici, 1931


Gerardo Dottori, Il trittico della velocità, 1927