Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray. Museo Storico della Fanteria, Roma

Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray. Museo Storico della Fanteria, Roma

Fino al 20 luglio 2025

LA PRIMA INFLUENCER: PRIMA ANCHE NELLE PRIMISSIME FOTO A COLORI

Potrebbe sembrare una mostra che narra una storia d’amore; ma lo è solo in parte. Grande appare invece, oltrepassando la maestria del fotografo Nick, la preoccupazione, la determinazione e l’impegno di Frida a ridefinire ed “eternizzare” la sua immagine. Lo sguardo, più che essere intimo e privato, coglie l’artista più prolifica, conosciuta e amata del Messico, come una già consolidata effige di stile, di forza e tenacia. Amico ed amante di lunga data, ma soprattutto il reportage su vita, gesti, azioni di quella che oggi chiameremmo influencer mondiale. Le fotografie che Muray realizzò nel corso della loro relazione, che coprono un periodo che va dal 1937 al 1946, arrivano per la prima volta a Roma e ci offrono una prospettiva unica, quella dell’amico, dell’amante e del confidente, ma al tempo stesso mostrano le qualità di Muray come ritrattista e come maestro della fotografia a colori, campo pionieristico in quegli anni. Queste immagini mettono anche in luce il profondo interesse di Frida per la sua eredità messicana, la sua vita e le persone per lei importanti con cui la condivideva. In mostra circa 60 fotografie in bianco e nero e a colori, le più note al pubblico, che ritraggono Frida da sola, con Diego Rivera, con gli amici e con lo stesso Nick in diversi luoghi. Le lettere originali che Frida e Nick si sono scambiati durante la loro relazione sono esposte, per darne uno scorcio intimo. I due iniziarono una storia d’amore che proseguì a fasi alterne per i dieci anni successivi e un’amicizia che durò fino alla morte di Frida nel 1954. Ad arricchire l’esposizione, otto abiti realizzati in Messico, che riprendono l’abbigliamento di Frida e una selezione di gioielli e accessori, tutti realizzati a mano, che danno un’idea dei gusti di Frida Kahlo e dello stile che prediligeva. Resta un’icona del femminismo, forse perché ebbe il coraggio di esibire il suo corpo nudo e sofferente; tuttora rappresenta nel mondo un simbolo di autonomia, resilienza e capacità di interpretare se stessi e di vivere la propria libertà personale. Scrive Michela Marzano “… le sue fotografie ci spingono a riflettere sul corpo, in un confronto serrato sui suoi limiti e le sue fratture; mentre lei è avvolta in una moltitudine di colori, che distolgono l’attenzione dai suoi occhi a tratti annuvolati”.

Info: la mostra

Didascalia dell’immagine in alto: Frida with Nick in her Studio, Coyoacán 1941


Frida with Olmeca Figurine, Coyoacán 1939


Frida with Arija, Coyoacan, 1941


Frida on White Bench, New York 1939


Frida In Dining Area, 1941