FOCUS: Un convegno in ricordo di Giorgio Fuà

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FOCUS: Un convegno in ricordo di Giorgio Fuà

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L’ISTAO, Istituto Adriano Olivetti, la Facoltà di Economia “Giorgio Fuà” e l’Associazione degli Economisti di lingua neolatina organizzano un convegno in memoria di Giorgio Fuà nel decennale della sua scomparsa su: Sviluppo economico e Benessere.
Ancona, 5 – 6 novembre 2010, Facoltà di Economia “G. Fuà” – ISTAO – Villa Favorita

 

Nel decennale della scomparsa di Giorgio Fuà, la Facoltà di Economia di Ancona, l’ISTAO e l’Associazione degli economisti di lingua neolatina – le istituzioni che Egli ha creato – organizzano questo convegno in suo ricordo.
Le cinque sessioni riguardano alcuni dei principali temi ai quali Fuà dedicò la propria ricerca.
Imprenditorialità, capacità organizzativa e “sviluppo tardivo” – Per comprendere la natura e le caratteristiche di fondo del processo di crescita e di modernizzazione che ha interessato prima le economie occidentali e poi il resto del mondo negli ultimi due secoli, è necessario, secondo Fuà, concentrare l’attenzione su un fattore produttivo che le teorie dominanti dello sviluppo tendono a trascurare o dare per scontato: il fattore “organizzativo-imprenditoriale”
(O-I). Le economie maggiormente dotate di tale fattore presentano, infatti, una produttività più alta non soltanto del lavoro, ma anche del capitale e tendono quindi all’inizio a crescere più rapidamente, e ad attirare ambedue le risorse produttive dagli altri paesi. Soltanto se e quando nelle economie più avanzate si presentano fenomeni di saturazione e diseconomie di agglomerazione, e se contemporaneamente nei paesi in ritardo si sviluppa la capacità O-I, il processo di crescita si diffonde.
Lavoro, capitale umano e assetti demografici – Nei paesi a sviluppo tardivo si presentano due spinte di segno opposto: da un lato, il «vantaggio dell’arretratezza» (possibilità di imitazione e di assorbimento della tecnologia, basso costo del lavoro, attrazione degli investimenti dall’estero, emigrazione); dall’altro, l’«effetto dimostrazione» ossia l’aspirazione a modelli di consumo, condizioni di lavoro e livelli retributivi tipici dei paesi più avanzati, con la conseguente tendenza all’instabilità monetaria (inflazione, indebitamento del settore pubblico e disequilibrio della bilancia dei pagamenti). Se la seconda spinta non è adeguatamente governata e tende a prevalere sulla prima, il processo di catching up si affievolirà o si trasformerà in falling behind, la diffusione del fattore O-I risulterà incompleta e permarranno fenomeni di “dualismo”. In caso contrario, nel paese inseguitore si consoliderà un processo
virtuoso di “valorizzazione periferica” con un modello di sviluppo che non è necessariamente quello dei paesi pionieri. Anche nel migliore dei casi, tuttavia, il processo di convergenza è lungo.
Misure e indicatori del benessere – La varietà e l’evoluzione dei modelli di sviluppo implicano che il reddito pro capite non può essere l’unica misura del livello di benessere di una popolazione. Il modello NEC, ad esempio, presenta condizioni ambientali e sociali ben diverse da quelle tipiche del modello fordista. In altri termini, un reddito procapite più basso non comporta necessariamente un livello di benessere inferiore. La scelta di misure e indicatori appropriati è quindi un problema fondamentale sia per l’analisi sia per le politiche dello sviluppo.
In conclusione, la visione di Fuà dei processi di sviluppo e convergenza/divergenza, benché elaborata trenta anni fa, è particolarmente illuminante anche per comprendere le recenti vicende dell’Italia e dei paesi a sviluppo tardivo.

 

 Programma 

 

Info: Università Politecnica delle Marche – Facoltà di Economia – Istao

 

Sedi del Convegno:
5 novembre 2010: Aula A – Facoltà di Economia “G. Fuà”, Caserma Villarey, Piazzale Martelli, 8 – 60121 Ancona
6 novembre 2010: ISTAO – Villa Favorita, Via Zuccarini, 15 – 60131 Ancona