21 Dic FOCUS: Renzo Piano, cosa vuol dire fare?
Renzo Piano, architetto, RAI 3, ore 21.00, lunedì 22 novembre 2010, “Vieni via con me”: Fare silenzio: cioè costruire emozioni; talvolta l’architettura cerca il silenzio e il vuoto in cui la nostra coscienza si possa ritrovare…
Unico a non leggere l’elenco tra quelli della serata Saviano-Fazio insieme a Emma Bonino e Susanna Camuffo. Quando si è ciò che si esprime non servono appunti e carte scritte.
Non a caso un architetto e due donne: forse la novità del fare è questa.
Di seguito la trascrizione dell’elenco e la risposta di Renzo Piano alla domanda di Fazio: “Partire o restare?”
Il fare è alla base di tutto
1. Il verbo fare: fare, costruire, è la più antica scommessa dell’uomo insieme allo scoprire, al navigare, al coltivare i campi.
2. Fare bene: per fare bene bisogna capire e ascoltare. E’ un’arte complessa e difficile perché spesso le voci di quelli che hanno più cose da dire sono discrete e sottili.
3. Fare per gli altri: bisogna sempre ricordare che fare architettura significa costruire edifici per la gente; università, musei, scuole, sale per concerti: sono tutti luoghi che diventano avamposti contro l’imbarbarimento, sono luoghi di cultura, luoghi per fare arte
4. Fare con attenzione: perché la terra ci ha ormai avvisato della propria fragilità. Per questo non credo nell’energia nucleare e credo invece fermamente nelle energie rinnovabili. L’Italia non ha giacimenti di uranio, ma molto sole e tanto vento.
5. Fare bellezza o almeno provarci: la bellezza è imprendibile, se allunghi la mano ti scappa ma se la definisci, come facevano i greci, il bello ed il buono, che stanno insieme, allora tutto diventa possibile. La bellezza e l’utilità messe assieme vincono il formalismo
6. Fare silenzio: cioè costruire emozioni; talvolta l’architettura cerca il silenzio e il vuoto in cui la nostra coscienza si possa ritrovare.Il silenzio è come il buio, bisogna avere il coraggio di guardarlo e poi pian piano si cominciano a vedere i contorni delle cose
7. Lasciar fare: lasciar fare ai giovani, mettersi un po’ da parte (nel mio studio lavorano ogni anno 20 studenti provenienti da tutto il mondo). Bisogna valorizzare il talento. Bisogna che la politica faccia i concorsi. Ci sono tantissimi giovani talenti che non hanno nulla da fare. Oggi un architetto in Italia ha poche possibilità prima dei 50 anni, c’è una interna generazione che è stata tradita. La politica teme il talento perché il talento ti regala la libertà e la forza di ribellarti.
E, tra restare o andare via, secondo me i giovani devono partire, andare via, ma per curiosità, non per disperazione. E poi tornare. I giovani devono andare per capire se stessi.
Premio Inarch, Milano 2009
Renzo Piano e Gabriella Papini
Giancarlo Capici, Adolfo Guzzini e Renzo Piano