Federico Barocci Urbino. L’emozione della pittura moderna. Galleria Nazionale delle Marche-Palazzo Ducale, Urbino

Federico Barocci Urbino. L’emozione della pittura moderna. Galleria Nazionale delle Marche-Palazzo Ducale, Urbino

Fino al 6 ottobre 2024

ESSERE GRANDI IN UNA PICCOLA CITTÀ: ESPLOSIONE DI AFFETTIVITÀ E TENEREZZA


Non oltrepassare lo spazio urbinate e diventare eccelsi, tra i più noti e famosi del suo tempo, pur restando sempre a casa propria: questa forse la spinta energetica che ha dato l’avvio agli studi e alla minuziosa ricognizione per quella che viene già definita “la mostra dell’anno”. E certamente lo sarà. Raramente un’esposizione è anche una riscoperta. Certamente apprezzato, spesso però la contestualizzazione, l’inevitabile confronto con altri giganti, hanno distratto da quegli elementi innovativi, sottili, a volte fragili che fanno scattare subito tenerezza, affetto, rispetto e dolcezza in tante sue opere. Barocci (1535-1612) chiude idealmente la grande stagione del Rinascimento urbinate, dominata da artisti del calibro di Piero della Francesca, Bramante e Raffaello, offrendo le primizie di una pittura nuova che caratterizzerà l’Età Barocca. Come scrive Anna Maria Ambrosini Massari che, insieme a Luigi Gallo è curatrice della mostra con Luca Baroni e Giovanni Russo: –in lui vediamo subito tenerezza e affettività, non la realtà urlata di Caravaggio e l’emozione esasperata di Rubens o il classicismo di Carracci: Una èpetica non omologabile, un anticipatore divergente. 80 opere, provenienti da Musei di tutto il mondo (NationalGallery Londra, Louvre, Metropolitan New York, Vaticani, Prado), unitamente a quelle già alla Galleria Nazionale, disposte in sezioni tematiche, oltre ad un ampio focus sui disegni dell’artista che dimostrano lo studio lungo e accurato che precedeva ogni sua realizzazione. Dalla ritrattistica (Autoritratto giovanile e senile), a quelli del duca Francesco Maria II Della Rovere ed altri, accostati al magnifico dipinto La Madonna della gatta, in cui il profilo del Palazzo Ducale cristallizza il legame del pittore con la sua città natale. Per passare poi alle grandi pale d’altare con gli inediti bagliori cromatici che accompagnano alcuni capolavori, come la maestosa Deposizione, la Madonna di San Simone e l’Istituzione dell’Eucarestia. Una ulteriore sala è dedicata al tema degli affetti, della natura e delle emozioni con i dipinti di piccola dimensione destinati alla devozione privata; tra questi Cristo appare alla Maddalena e la Madonna delle Ciliegie. Segue poi lo spazio della grafica, con disegni, cartoni, incisioni. Quindi è possibile comprendere quale fosse la fase preparatoria fino all’opera finita. Per l’Annunciazione sono esposti anche diversi fogli elaborati per la sua realizzazione; mentre la straordinaria Fuga di Enea da Troia è affiancata al cartone preparatorio conservato al Louvre, l’unica opera a tema mitologico di Barocci, in cui gli elementi ereditati dalla tradizione raffaellesca sono riletti con un nuovo pathos . Le ultime opere, risalenti al primo decennio del Seicento, nelle quali il colore diventa pura emozione cromatica anticipando frammenti del barocco, sono una sorta di traguardo del percorso con la Madonna del Rosario e l’Assunzione della Vergine al Tempio. Nell’appartamento roveresco del secondo piano dove il Palazzo Ducale vanta il numero di opere più consistente della sua produzione sacra, si conclude questa favolosa vicenda umana ed artistica. Qui con tutta calma si può riflettere e meditare davanti ad opere sublimi. Coinvolgenti ma distaccate, quasi enigmatiche. Come la troppo semplice e perfetta vita d’artista del suo autore. Rivediamoci allora, con sacralità e silenziosamente l’Immacolata concezione, la Crocifissione con i dolenti, San Francesco riceve le stigmate, la derivazione dal Perdono di Assisi e la Madonna col Bambino in gloria con i Santi Giovanni Battista e Francesco. Infine l’Ecce Homo, portata a termine dall’allievo Ventura Mazza. Imperdibile il catalogo come sempre con ELECTA. Su questa mostra scriveremo ancora. Abbiamo 4 mesi di tempo e Pesaro capitale della cultura. A presto!

Info: Galleria Nazionale delle Marche

Video di presentazione del Direttore Luigi Gallo

Didascalia dell’immagine in alto: Federico Barocci, Fuga di Enea da Troia, 1598


Federico Barocci, Natività, 1597


Federico Barocci, Madonna della gatta, 1575


Federico Barocci, Presentazione di Maria al Tempio, 1625


Federico Barocci, Madonna con bambino e santi, 1567


Federico Barocci, Stigmate di San Francesco, 1594-95


Federico Barocci, Autoritratto giovanile, 1570


Federico Barocci, Autoritratto senile,  1600