08 Nov ESCHER. Palazzo Bonaparte, Roma
Fino all’1 aprile 2024
AMAVA ROMA CON ENFASI SURREALE E ONIRICA
Per la città eterna ebbe una sorta di passione, fino a stabilirvisi nel 1923 e dove visse fino al 1935. L’olandese Maurits Conelius Escher aveva solo 24 anni quando “approdò” in Italia, che ammirò, studiò e raffigurò totalmente. Si narra, verosimilmente, nelle notti romane illuminate da luci calde, stelle e imponenti architetture che restavano nitidamente visibili, portasse con se una lanterna e una sedia per non perdere l’attimo di ispirazione, qualora sopraggiungesse senza preavviso. Ma era l’analisi dello spazio in rapporto all’arte, alla matematica e alla poesia che cercava di penetrare per assaporare appieno tutta quella meraviglia che scatenava in lui. Imperdibile la serie di 12 Notturni romani, dove il Colosseo e la Basilica di Costantino appaiono inverosimilmente nitide rischiarate solo dalle stelle.
Spesso si è fatto, soprattutto per la tecnica e le feroci e grottesche architetture, alle Carceri di Piranesi , con la sua perfida cura del dettaglio punito e coercitivo, efficace anche senza capire chiaramente il ruolo dei protagonisti, intenti a salire e scendere intricate scale, da prigionieri o da carcerieri? Non poteva mancare l’iconica Mano con sfera riflettente (1935), che riflette alle sue spalle lo studio romano, ma anche Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938), Vincolo d’unione (1956), oltre la famosa serie degli Emblemata. Molte opere sono inedite mai esposte prima. Ma, partendo dall’architettura, Escher sembra entrare nell’animo umano con uno slancio filosofico che accomuna e rende conseguenti lo spazio e la fantasia.. fino all’immaginazione. Realizzando così più interpretazione di uno stesso panorama. Ognuno diventa padrone del suo sguardo: può riflettere o vedere ad occhi attenti e spalancati ciò che vuole, ridisegnarla realtà. Anticipando il Surrealismo e l’Optical Art, influenzò il tetro, il cinema, la musica, la moda.
Ad impreziosire il percorso espositivo, anche una ricostruzione dello studio che Escher aveva a Baarn in Olanda che, qui a Roma, espone al suo interno i vari strumenti originali coi quali il Maestro produceva le sue opere e il cavalletto portatile che lo stesso Escher portò con sé nel suo peregrinare per l’Italia.
Eschermania: a partire dagli anni ’50, la popolarità di Escher cresce, influenzando artisti, musicisti e creativi di ogni genere. Certamente la sua passione per le tassellature nonché la creazione di modi impossibili e paradossali non hanno ancora cessato di essere fonte d’ispirazione per ulteriori sviluppi e rielaborazioni, nei settori più diversi: teatro, cinema, grafica, musica, moda.
Info: Palazzo Bonaparte
Didascalia dell’immagine in alto: Maurits Conelius Escher, Relatività, 1953
Maurits Cornelis Escher, Mano con sfera riflettente, 1935
Maurits Conelius Escher, Sole e luna, 1948
Maurits Conelius Escher, Vincolo d’unione, 1956
Maurits Conelius Escher, Limite del cerchio III, 1959
Maurits Conelius Escher, Sacerdoti mummificati a Gangi, Sicilia, 1932