16 Dic De Chirico a Ferrara. Metafisica e avanguardie
Palazzo Diamanti, Ferrara
Fino al 28 febbraio 2016
In occasione del centenario dell’arrivo di Giorgio de Chirico a Ferrara, una retrospettiva per rivivere la nascita e lo sviluppo della pittura metafisica e le ricadute che le opere realizzate dall’artista tra il 1915 e il 1918 nella città estense ebbero sull’arte italiana contemporanea e sulle avanguardie europee come il dadaismo, il surrealismo e la Nuova Oggettività.
Quando l’Italia entrò nella prima guerra mondiale, De Chirico e suo fratello Alberto Savinio lasciarono Parigi, si arruolarono nell’esercito italiano e, alla fine del giugno del 1915, furono mandati a Ferrara per prestare servizio militare. Il soggiorno ferrarese determinò cambiamenti profondi rispetto al periodo precedente, tanto nel modo di dipingere che nei temi che ne ispirarono i capolavori. Travolto da un’ondata di romantica commozione di fronte alla bellezza di Ferrara e al ritmo sospeso della vita cittadina, De Chirico diede vita a un mondo irreale popolato di meraviglie: piazze fuori dal tempo immerse in tramonti fantastici e stanze segrete dalle prospettive vertiginose fanno da sfondo agli oggetti misteriosi scoperti nelle peregrinazioni tra i vicoli del ghetto, o diventano il palcoscenico su cui recitano manichini da sartoria e personaggi muti e senza volto. Sulle tele, che si accendono di un cromatismo intenso, compaiono scorci di palazzi, fabbriche, carte geografiche militari, strumenti da disegno e misurazione, ma anche dolci e forme di pane tipici della tradizione locale. Nella poetica metafisica tutti questi elementi, isolati dal loro contesto e accostati tra loro senza precise gerarchie, rivelano nuovi significati e segrete liaisons che suscitano nello spettatore un corto circuito percettivo.
Presso l’ospedale psichiatrico Villa del Seminario conobbe Carlo Carrà e iniziò a chiamare la propria pittura “metafisica”, e furono i quadri qui concepiti dai due pittori, vere e proprie icone della modernità, a esercitare una profonda influenza sugli artisti italiani ma anche d’oltralpe.
Tra il 1918 e il 1919, Giorgio Morandi dipinse un ristretto numero di nature morte, dove compaiono elementi tipici dell’iconografia metafisica come le teste di manichino e gli oggetti del quotidiano. Filippo de Pisis, invece, fra i primi a Ferrara a stringere un sodalizio con De Chirico, pur non avendo mai aderito alla metafisica, inserì nelle sue opere precisi riferimenti ai quadri ferraresi dell’amico, riscontrabili soprattutto nelle tele che realizzò a Parigi negli anni Venti. Nel dopoguerra si assistette in tutta Europa a una diffusione capillare dei temi dechirichiani: artisti del calibro di Man Ray, Raoul Hausmann e George Grosz, fino a René Magritte, Max Ernst e Salvador Dalí dipinsero alcune straordinarie opere influenzate proprio delle iconografie che De Chirico realizzò a Ferrara.
Il percorso espositivo comprende circa ottanta opere provenienti dai principali musei e collezioni di tutto il mondo, avrà il suo fulcro in un nucleo di tele realizzate da De Chirico nella stretta forbice temporale degli anni ferraresi.
Info: Palazzo Diamanti