06 Mar BRUNO D’ARCEVIA, LA POETICA DEL PARADOSSO TEMPORALE. Pinacoteca Comunale “F. Podesti”, Ancona
Riapertura dal 27 aprile 2021
UN FUTURO CHE SI NUTRE DI PASSATO E DI TRADIZIONE, SECONDO IL CURATORE LUCCARINI
Con un titolo un po’ roboante e impegnativo, come del resto è stato durante tutto il suo viaggio artistico Bruno d’Arcevia, e come dimostrano allestimento e percorso scelti dal curatore Antonio Luccarini, la mostra mantiene le suddette aspettative e ricambia i visitatori di suggestioni e fascino dirompenti. Non che la cosa fosse facile; il pericolo era di esplodere, anzi implodere, se l’intento era quello di raccontare con sincerità una produzione che è sempre stata, fin dal suo nascere con le prime rappresentazioni pittoriche quasi militanti della prima giovinezza nel ’68, aspramente sorvegliata e commentata. Banale parlare di un troppo citato manierismo, oppure di quella sua evidente sofferta ricerca di dare basi etico-valoriali ad un presente insoddisfacente ed opaco. Quel mettere scintille, squarci di luce, gesta forti e passionali nella pittura figurativa del secondo Novecento è stato spesso radiografato severamente, a volte osservando quanto e come il passato storico ne limitasse la creatività, comunque sempre legata all’oggi seppure ispirata dai grandi maestri del Cinquecento e Seicento. Sempre rivolta alla vita, alla contemporaneità, all’azione, ai mutamenti quotidiani. Sono circa 36 le opere esposte ad Ancona, alcune di enormi dimensioni, così come enorme e privo di limitazioni era il suo sguardo. Opere che coprono il periodo dal 1973 al 2016, provenienti da collezionisti privati italiani e completate da una proiezione che documenta il grande affresco realizzato sul catino absidale della cattedrale di Noto in Sicilia, che aveva catalizzato l’attenzione e l’interesse internazionali. Indicato come esponente della Nuova Maniera Italiana, certamente ispirato ai miti del passato, i suoi dipinti traggono linfa dal mito, da eroi e personaggi leggendari, da paesaggi limpidamente sognanti; non mancano soggetti religiosi, dove però la sacralità viene abbattuta dalle tonalità accese, da figure carnalmente avvolgenti, da un cromatismo tumultuoso. Ma non si tratta di citazioni: si tratta di nuove e moderne interpretazioni artistiche delle vicende umane che a loro volta diventano mitologiche.
Info: Antonio Luccarini, curatore della mostra “Bruno d’Arcevia
Info: Ansa
Immagine in alto: l’allestimento della mostra
Bruno d’Arcevia, Costellazioni, 1987
Bruno d’Arcevia, Canto delle sirene, 2005
Bruno d’Arcevia, San Paolo caduto da cavallo, 1986
Bruno d’Arcevia, Cogitatio Corrupta, 1991
Bruno d’Arcevia, Incontri di storia, 1986
Bruno d’Arcevia