21 Set ARTEVAGANDO APPRODA NELL’ENTROTERRA RIMINESE
STIMMATE DI SAN FRANCESCO: A SAN LEO IL DIPINTO PIU’ BELLO
Anche per questa tappa di ARTEVAGANDO una gradita riscoperta con lo storico dell’arte Giancarlo Mandolini e la giornalista Loredana Cinti che ci portano a San Leo nel Palazzo dei Conti Nardini, (quasi al centro della piazza), dove nella loro cappella privata si trova uno stupefacente dipinto di Ciro Pavisa, “Le stimmate di San Francesco”. Molti artisti nei secoli si sono cimentati in forme diverse su questo tema, ispirandosi per lo più ai Fioretti di San Francesco. Ma qui Pavisa ha incardinato la sua immagine sacra nei suoi tre riferimenti abituali che sono: l’arte, la fede e la natura. Al centro del quadro Francesco con le braccia aperte in segno di accettazione, sostenuto da due angeli, sviene per la sofferenza e il dolore; l’emozione è davvero forte e violenta. La comunione dell’ Eterno e del Cristo che si dona all’uomo è palpabile e può ravvedersi anche in quel tenero appoggiarsi del volto di Francesco all’angelo. Il colore marrone terroso della roccia e del saio è interrotto e rischiarato dalle ali bianche degli angeli, così come dalla luce che si irradia dalla croce. Ciro Pavisa era nato nel 1890 a Mombaroccio, a cento metri dal Santuario del Beato Sante. Dopo i primi successi giovanili ad Urbino e Roma, dove fu influenzato dal divisionismo di Giovanni Segantini e Gaetano Previati, fu un apprezzato docente in Toscana e poi a Padova, tornando però sempre alla casa natia. Il legame con il suo paese e con il suo Santuario rimase sempre ben saldo, pur vivendo e abitando in altre città d’Italia, facendosi chiamare, sopratutto negli ultimi anni del suo operato “Ciro Pavisa da Mombaroccio”.
FOTO IN ALTO: DALL’ARCHIVIO PERSONALE DI GIANCARLO MANDOLINI
Ascolta l’audiointervista di Loredana Cinti: