ARTEVAGANDO – Loredana Cinti e Giancarlo Mandolini

ARTEVAGANDO – Loredana Cinti e Giancarlo Mandolini

OSIMO: IL SARCOFAGO DELLA CATTEDRALE  RACCONTA

Osimo piena di ricchezze monumentali  e di  spazi storico-artistici di pregio,vanta anche numerose chiese di epoche differenti, ma tutte visitabili e ben attrezzate per la fruizione anche turistica. Accanto alla valorizzazione della tradizione e della storia, negli ultimi dieci anni  la città ha anche avviato una serie di iniziative dedicata all’arte contemporanea e ha ulteriormente  incrementato l’attività del bel Teatro La Nuova fenice della fine dell’Ottocento. Ma come consuetudine con la giornalista Loredana Cinti e con lo storico dell’arte Giancarlo Mondolini, anche oggi andiamo alla scoperta di opere d’arte meno conosciute, ma degne di attenzione e ammirazione. Entriamo nella Cattedrale di San Leopardo, primo martire cristiano, invitati dal perfetto stile romano-gotico e ci avviciniamo alla cripta. Qui troviamo con grande sorpresa un sarcofago romano del IV secolo. Il sarcofago raffigura una scena di caccia, violenta: nella parte superiore uomini a cavallo inseguono un branco di cervi. Di questi soltanto uno, con la barba ha afferrato il cervo, sembra poterlo ribaltare con la sola forza delle mani. A sinistra, un cinghiale si divincola da una turba di cani addestrati, che lo azzannano ovunque. I cani sono piccoli e muscolosi, come dardi. L’azione, nel complesso, è di voluminosa, violenta nobiltà; un tema prettamente pagano quindi. Mentre la parte superiore (il coperchio)  un pio scultore cristiano ha aggiunto, imitando lo stile dell’artigiano romano, scene religiose  senza discontinuità temporale come i magi che portano doni alla Madonna in trono con Bambino e altri tre momenti tutti legati all’acqua: San Pietro che fa scaturire una fonte dalla roccia, Noè nell’arca/zattera che afferra la colomba dopo il diluvio, Giona che dorme. Sembra che l’acqua, ovunque, segno del battesimo, della vita nuova, pulisca i massacri che accadono nella scena  superiore, dove il sangue è intuito, ovunque. I sentimenti e i pensieri che suscitano questa fusione tra le pareti del sarcofago e il coperchio delle stesso, con rappresentazioni così differenti, sono certamente che la storia ed i secoli si ricollegano sempre senza sovrapporsi o cancellare il passato.

 

FOTO IN ALTO: DALL’ARCHIVIO PERSONALE DI GIANCARLO MANDOLINI

 

Ascolta l’audiointervista di Loredana Cinti