07 Set Arte Povera 2011
Bologna Mambo, Milano Triennale, Napoli Madre, Roma Maxxi e Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Torino Venaria Reale
Fino a febbraio 2012
Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto (foto), Emilio Prini e Gilberto Zorio, i protagonisti del movimento Arte Povera a confronto per testimoniare il proprio percorso e le profonde influenze determinate dalla loro arte nella storia dell’arte in un insieme di mostre tra loro diverse per articolazione e, per molti versi, complementari.
Cinque rassegne infatti per celebrare il movimento allestite nei musei di Bologna, Milano, Torino, Napoli e Roma. Un’imponente progetto espositivo curato da Germano Celant che riunisce gli artisti più significativi e ricostruisce tutte le fasi che si sono succedute dal 1967 proprio in queste città.
Il progetto Arte povera rientra nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
Il termine “Arte povera” venne coniato da Celant nel 1967 ricollegandosi alle grandi utopie delle avanguardie storiche per il suo esprimersi non rigido né impositivo, basato sulla relazione con le situazioni sociali e culturali, nonché ambientali e contestuali. Collegandosi idealmente alle sperimentazioni di Lucio Fontana e Alberto Burri, l’Arte povera adotta una strategia linguistica in cui viene abolita ogni gerarchia espressiva e materica. Da qui l’uso di processualità e di tecniche diverse, così da spaziare in tutti i territori della comunicazione visiva e un fare che può oscillare dalla scultura alla performance, dalla fotografia alla televisione. Il linguaggio dell’Arte povera si è caratterizzato per l’interesse a un uso filosofico, quanto concreto di materiali eterogenei che vanno dalla storia dell’arte alla rappresentazione simbolica, dall’estetica del terrestre alla dinamica del celeste, da un’estetica del grezzo a una preoccupazione del naturale. Rispetto a un’arte che, dalla pop alla minimal art, ha proposto un linguaggio quale strumento di natura immutabile e perfetta, figurale e industriale, l’Arte povera si è impegnata in un atteggiamento iconoclasta e de-costruttivo che tiene conto dei problemi dell’esistenza e si muove in relazione alla molteplicità delle situazioni temporali e spaziali. Ricusando ogni definizione, con la conseguente impossibilità a inserirlo – ancora oggi – in una rigida codificazione, il movimento dell’Arte povera ha acquisito negli anni, per il suo innovativo e originale contributo, dovuto alle singole individualità, una definitiva importanza, paragonabile al Futurismo italiano, nell’ambito della scena dell’arte contemporanea internazionale.
Info: Arte Povera 2011; Bologna Mambo, Milano Triennale, Napoli Madre, Roma Maxxi e Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Torino Venaria Reale