16 Dic Arnaldo Pomodoro
ARNALDO POMODORO: LA SFERA DORATA UN AUGURIO PER LA TERRA
Palazzo Reale, Milano
Fino al 5 febbraio 2017
A Milano e nel mondo si festeggia Arnaldo Pomodoro: 90 anni splendidi. Ha illuminato il mondo con le sue sfere magiche. Grandi palle dorate che lasciano intravedere l’interno, sempre diverso, a seconda della luce che vi si posa sopra. Immagini consuete per alcune Piazze italiane come appunto Milano, Pesaro, Roma e anche Lampedusa. Ma anche Mosca e New York dove nel piazzale delle Nazioni Unite la sua sfera dorata lancia bagliori ai grandi e piccoli della terra riuniti a discutere con pochi risultati i destini del mondo. E’ del 1963 “Sfera n. 1”, in questi giorni logo della grande antologica pensata come un itinerario nella città: Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, Museo Poldi Pezzoli, Triennale, Fondazione Pomodoro. Un percorso destinato ad un vasto pubblico,facile, veloce, divertente, fatto di tappe coinvolgenti, così come affascinante, spiazzante, forte ed euforica e’ la sua arte. Un fermento, un movimento, una scossa che non si ferma da più di 60 anni. Prima di approdare alla scultura in bronzo, ha messo le mani, frugato, divelto e ricomposto oro, argento, ferro e cemento. E questi primi anni da scultore sono rappresentati da alcuni bassorilievi degli anni 50 insieme ad una serie di sculture a Palazzo Reale, e nella Piazzetta “The Pietrarubbia Group”, sei elementi (terminata nel 2015 e iniziata nel 1975) omaggio al suo Montefeltro, un luogo cui resta sempre legatissimo e dove ha vissuto contrastate e passionali vicende, a partire da una sua personalissima scuola di scultura che non ha avuto un felice esito, seppure resta un’esperienza rilevantissima per le Marche e per tutto quel territorio, tradizionale luogo dove scultori tra i più importanti del 900 italiano sono nati o sono vissuti: la cosiddetta scuola marchigiana ed in particolare il gruppo pesarese, dove vanno compresi, tra gli altri, Loreno Sguanci, Giuliano Vangi, Walter Valentini, Eliseo Mattiacci. Completando il percorso milanese alla Fondazione Marconi grandi disegni, studi e sculture in acciaio e fiberglass, mentre alla Triennale i quattro progetti “visionari” (il Cimitero di Urbino, la cantina di Bevagna, il Simposio Minoa a Marsala e il Monumeto di Pietrarubbi. Al Museo Poldi Pezzoli sedici teatrini e la Sala delle Armi, da lui progettata nel 2000 e che oggi risplende nuovamente dopo un restauro accurato e una nuova illuminazione a cura de Iguzzini. A Piazza Meda c’è il maestoso “Disco” e la “Torre a spirale” guarda dall’alto in basso in segno di sfida culturale il Piccolo teatro. “Arnaldo Pomodoro” darà luce e gioia (fino al 5 febbraio 2017) e, soprattutto, fiducia nel futuro con i suoi globi splendenti; un pianeta terra ancora tutto da scoprire, ma certamente da continuare ad amare, magari cercando di raggiungerne il nucleo interno più segreto e certamente fragile. Una terra quanto mai vulnerabile in questo 2017 imminente, ma forse ancora abbastanza solida e resistente, come la palla di Pomodoro! Un augurio per tutti da un marchigiano DOC!
Info: Fondazione Arnaldo Pomodoro
Info: iGuzzini