16 Dic Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau
Palazzo Reale, Milano
Fino al 20 marzo 2016
Dopo Milano, la mostra si sposterà a Palazzo Ducale di Genova, dove sarà visitabile dal 30 aprile fino al 18 settembre 2016 La Belle Époque e la sua incantevole atmosfera rivivono nella mostra dedicata ad uno dei suoi artisti più celebrati, Alfons Mucha (Ivancice, Moravia, 1860 – Praga, 1939), vero e proprio “promotore” di un nuovo linguaggio comunicativo, di un’arte visiva potente ed innovativa. Ancora oggi, infatti, si parla di “Stile Mucha”, adatto per essere applicato ad una grande varietà di contesti: poster, decorazione d’interni, pubblicità, illustrazioni e addirittura produzioni teatrali, design di gioielli e opere architettoniche.
Un percorso iniziato a Parigi (dopo gli studi all’Accademia d’Arte di Monaco), dove l’autore si trasferisce dal 1887 per frequentare l’Académie Julian, iniziando l’attività di illustratore per i più importanti quotidiani della città e diventando famoso dopo la realizzazione dell’affiche per Sarah Bernhardt, nel 1898. Nelle sue opere dal particolare formato rettangolare, dominano le figure femminili sensuali o angeliche, definite con linee morbide ed inserite in forme circolari, decorate con fiori e gioielli, fasciate con teli drappeggiati o elegantemente vestite, che interpretano temi quali le Arti, le pietre preziose, lo Zodiaco, le stagioni, o pubblicizzano i nuovi prodotti dell’industria.
Oltre 220 opere in mostra costruiscono un percorso originale capace di ricostruire il gusto elegante, prezioso e sensuale dell’epoca attraverso le creazioni di Alfons Mucha affiancate da una serie di ceramiche, mobili, ferri battuti, vetri, sculture e disegni di artisti e manifatture europei che riprendono lo stesso filone del modernismo internazionale, tipico dell’area francese, belga e in parte italiana. Il fine della mostra è dunque di restituire al pubblico l’idea di un’epoca artistica ricca e sfaccettata, facendo dialogare le invenzioni di Mucha con gli ambienti e le decorazioni contemporanee, ricostruendo il clima magico e sfavillante della Belle Epoque.
Il percorso espositivo della mostra si suddivide per tematiche stilistiche e iconografiche, per stupire e coinvolge i visitatori creando atmosfere e suggestioni tipiche dell’epoca.
Nella sala introduttiva vengono presentate una serie di opere grafiche di Mucha accostate ad una selezione di arredi coevi che sintetizzano le diverse anime del gusto moderno, come a voler introdurre anche a livello tematico le otto sezioni tematiche che affrontano i modelli iconografici più diffusi e amati dagli artisti modernisti.
La prima sezione ha come tematica principale il teatro e specificamente Sarah Bernhardt, attrice teatrale considerata un’icona del suo tempo e immortalata da Mucha in una serie di poster e manifesti teatrali.
Segue la seconda sezione dedicata alla vita quotidiana, che raccoglie esempi di manifesti e realizzazioni grafiche di confezioni di prodotti che entravano abitualmente nelle case, dalle scatole dei
biscotti alle tavolette di cioccolato, fino ad arrivare ai profumi e ai prodotti per l’infanzia.
La tematica della terza sezione è la figura della donna, che occupa due sale contigue: nella prima sono esposti arredi e oggetti d’uso in cui l’immagine della donna è al centro dell’invenzione, che spesso mostra forti legami con la cultura figurativa del tempo; nella seconda, invece, ritorna il dialogo fra i manifesti dell’artista e gli oggetti di arredamento, per sottolineare la duplice e contrastante concezione della donna dell’epoca, talvolta idealizzata come una creatura angelica, talvolta immaginata come femme fatale, sensuale ma pur sempre in grado di incarnare il valore universale della bellezza giovanile.
Il giapponismo è il tema centrale della quarta sezione, che evidenzia l’importanza dell’arte esotica e orientale e dell’influenza che essa ha avuto sulla produzione europea, visibile soprattutto nell’appiattimento bidimensionale e per gli accostamenti cromatici sgargianti e originali. Tali tecniche compaiono sia nelle opere di Mucha, ad esempio nelle tavole che compongono l’album Documens Décoratifs, sia nelle opere d’arte decorativa presenti nella sala, come ad esempio nelle maioliche di Chini.
La quinta sezione vede il mondo animale protagonista, con la presenza di un repertorio di oggetti d’arte decorativa caratterizzati dalla presenza di soggetti animali emblematici dell’epoca, come pavoni, libellule e creature acquatiche.
La tematica centrale della sesta sezione è quella dell’utilizzo dei materiali preziosi, che presenta svariate grafiche di Mucha dedicate al tema delle pietre preziose e una piccola selezione di opere di varia tipologia, realizzate con materiali particolari o preziosi.
Il tempo rappresenta il nucleo della settima sezione, rappresentato simbolicamente attraverso le grafiche di calendari e le rappresentazioni di Mucha delle stagioni e delle parti del giorno.
Ultima sezione, l’ottava raccoglie le opere che hanno come protagonista l’immaginario floreale, comprensivo di tutti i fiori che caratterizzano tipicamene la produzione liberty e art nouveau. Lo studio della flora permette a Mucha di elaborare nuove forme e nuovi decori, rendendo l’elemento floreale un ornamento che esalti la bellezza fresca e vitale delle giovani donne, immagine che come abbiamo visto ricorre nell’arte di Mucha durante tutta la sua esperienza. L’elemento floreale si ritrova inoltre con una certa insistenza nelle ceramiche europee del tempo, così come nei vetri di produzione francese, in particolare di Émile Gallé e della ditta Daum.
Info: Alfons Mucha