UNIVERSI QUOTIDIANI. Palazzo Ricci, Macerata

UNIVERSI QUOTIDIANI. Palazzo Ricci, Macerata

Fino al 29 settembre 2024

STOP GUERRA: MORANDI, FERRONI, GOYA, DE VITA, TRUBBIANI

Aprire una nota su una mostra, citando le parole del curatore, in questo caso Roberto Cresti, per noi significa sottolineare la capacità di penetrare, comprendere, mescolarsi con il territorio. Lo stesso protagonismo storicamente attivo delle Fondazioni bancarie lo dimostra. Palazzo Ricci probabilmente uno dei maggiori “musei” del Novecento, non solo a livello nazione. Così scrive appunto Cresti, che cura l’intera collezione di Palazzo Ricci, – Il Professor Cresti ha infatti spiegato come: «La vita di tutti i giorni è il principale banco di prova della nostra esistenza. La cultura europea dei secoli XIX e XX ne ha fatto una categoria interpretativa dell’essere umano: uno specchio dalle infinite dimensioni nel quale si sono riflessi i volti dei romantici, dei realisti, dei grandi ‘maledetti’, degli esistenzialisti fino ai minimalisti che hanno chiuso la lunga vicenda culturale del Novecento. Gli artisti del visibile hanno accentuato questo orientamento e hanno scoperto nella quotidianità una base da cui partire e a cui fare ritorno per i loro peripli espressivi”. La quotidianità di ciascun visitatore potrà quindi essere rappresentata in diretta; potrà essere puntualmente captata e messa a confronto con gli “spicchi” di tempo di quattro giganti del Novecento, fino quasi a farci vacillare. Sì, perché non c’è nulla di più emotivamente sconvolgente del riprodurre sé stessi. Naturalmente Giorgio Morandi (1890-1964) è la super star di questo universo quasi intimo. All’artista bolognese è riservata un’ampia sala, con nove opere, tra cui due oli della collezione Carima, “Vaso di rose” (1927) e “Natura morta” (1962), più sette acqueforti. Tra queste, un capolavoro del 1927 proveniente da Bologna e altre quattro del collezionista tolentinate Alberto Marcelletti, che spaziano dagli anni Trenta agli anni Cinquanta. Le opere di Morandi introducono a quelle del pittore, incisore, nonché scenografo e costumista marchigiano (nato ad Ancona) Luciano De Vita, con la presenza d’eccezione di Francisco Goya cui De Vita si è molto ispirato, specchiandosi nell’opera del grande artista spagnolo avente ad oggetto la guerra, tema per cui De Vita, che da giovane aveva sofferto per gli eventi della seconda guerra mondiale, ha mostrato sempre forte sensibilità. Nella sala dove le acqueforti di De Vita dialogano con quelle di Goya, è presente una scultura del maceratese Valeriano Trubbiani, “Ipotesi bellica” (1963).
Una mostra per la pace? Una mostra per una quotidianità che non ci ponga ogni giorno davanti all’obbligo, appunto quotidiano, di decidere da che parte stare. A cominciare da Goya lo sappiamo già.

Info: Palazzo Ricci

Didascalia dell’immagine in alto: Giorgio Morandi, Natura morta, 1962


Giorgio Morandi, Vaso di rose, 1927


Valeriano Trubbiani, Ipotesi bellica, 1963


Locandina