08 Nov Morandi 1890 – 1964. Palazzo Reale, Milano
Fino al 4 febbraio 2024
CON LE SUE BOTTIGLIE, UN GRANDE DEBITO CULTURALE DA SANARE
Milano era in debito con lui. E ora la mostra “Morandi 1890 -1964” rappresenta una delle più importanti e complete retrospettive sul pittore bolognese realizzate negli ultimi decenni. Si vuole sottolineare il rapporto elettivo tra la città e il pittore bolognese. Un corpus espositivo di circa 120 capolavori che ripercorre l’intera opera dell’artista – cinquant’anni di attività, dal 1913 al 1963 – attraverso prestiti eccezionali da importanti istituzioni pubbliche e da prestigiose collezioni private, a partire da quelli fondamentali del Museo Morandi di Bologna e delle raccolte milanesi. Il sodalizio nacque subito e durò a lungo. È milanese la Galleria del Milione, con la quale l’artista in vita intrattenne un rapporto privilegiato, e molti dei suoi primi grandi collezionisti erano lombardi o comunque vivevano nel capoluogo meneghino. La mostra segue un criterio cronologico con accostamenti mirati e inediti che documentano l’evoluzione stilistica e il modus operandi del pittore, nella variazione dei temi prescelti – natura morta, paesaggio, fiori, vasi e conchiglie e solo raramente figure – e delle tecniche – pittura, acquaforte e acquerello. Pur non essendo mai stato a Parigi, attraverso libri e riviste riuscì a far sue le innovazioni stilistiche d’oltralpe, a partire dalle sintesi di Cézanne fino ad arrivare al cubismo e la nuova prospettiva svelata da Picasso. Da qui opere acerbe come Paesaggio invernale (1913) o Autoritratto (1914); in quest’ultima tela l’artista si ritrae di tre quarti e a mezzo busto in un’inquadratura dall’alto e ravvicinata, all’età di 24 anni. Sono evidenti le influenze cézanniane e cubiste: nelle pose e nelle tonalità cromatiche adoperate, l’opera in questione ci ricorda infatti quel famoso ritratto di Gertrude Stein, realizzato da Pablo Picasso nel 1906, un dipinto che Morandi aveva visto solo in foto, e mai dal vivo. Segue poi il movimento Valori plastici, prediligendo impostazioni chiare e sobrie. Un perfetto esempio è l’opera I fiori del 1920, dipinto dalla forte impronta rinascimentale. Ma anche i paesaggi saranno un tema ricorrente nella produzione dell’artista e della sua cifra stilistica. Tra i paesaggi raccontati quello che, a sua detta, è «il più bello del mondo» è la magnifica vista sulle campagne di Grizzana, (oggi – proprio in onore del pittore – Grizzana Morandi), un piccolo comune della provincia bolognese. Scriverà Morandi a proposito di questa località: «Il più bel paesaggio del mondo (lo so io qual’è) è andando verso Grizzana. A un certo punto (c’è una curva e lì) quando si esce dalla curva c’è il più bel paesaggio del mondo. Ma cosa si vede? Tutti calanchi”.
Afferma con decisione la curatrice della mostra Maria Cristina Bandera– “Stereotipi e leggende si sono annidate nel tempo attorno alla figura di un pittore chiuso nel suo atelier, intento a declinare senza posa i soliti soggetti – bottiglie, bottiglie e ancora bottiglie. Semplificazioni brutali perché lui era tutt’altro. La sua solitudine era una scelta lucida, finalizzata alla meditazione e alla ricerca. Non un “isolato”, ma un pittore aggiornatissimo e con una rete consistente di relazioni che lo congiungevano a esperti d’arte, critici, letterati; selettivo, questo sì, ma sempre gioviale: Giorgio Morandi aveva bisogno di pace, era un lavoratore indefesso della pittura. La sua carriera è un lungo work in progress costellato di piccoli cambiamenti e di variazioni “una sull’altra opera”, come spiegava lui stesso”.
Info: Palazzo Reale
Didascalia dell’immagine in alto: Giorgio Morandi, Natura morta, FAI-Fondo per l’ambiente italiano ETS – Collezione Gian Ferrari, Villa Necchi Campiglio
Giorgio Morandi, Fiori, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi – Firenze
Giorgio Morandi, Natura morta, Fondazioni Magnani-Rocca, Mamiano di Traversetolo-Parma
Giorgio Morandi, Natura morta, Fondazioni Magnani-Rocca, Mamiano di Traversetolo-Parma
Giorgio Morandi, Natura morta, Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto-Deposito collezione privata
Giorgio Morandi, Natura morta, Museo del Novecento-Milano