21 Nov Modigliani e l’avventura di Montparnasse. Capolavori dalle collezioni Netter e Alexandre. Museo della Città, Livorno
Fino al 16 febbraio 2020
LIVORNO TORNA AD ESSERE LA CITTA’ DI MODI’
Con 14 dipinti, raramente esposti al pubblico, e 12 disegni di Amedeo Modigliani, Livorno si riappropria del suo cittadino più illustri e ne ribadisce l’estro, la genialità e la forza come tipicamente toscani. Si ricompone così, in occasione del centenario della morte, una distanza e forse anche una tenzone, che è aumentata nel tempo tra Livorno e Parigi. La mostra, organizzata dal Comune insieme all’Istituto Rastellini di Parigi e alla Fondazione Livorno, consente di ammirare il ritratto Fillette en Bleu del 1918, opera di grandi dimensioni che raffigura una bambina di circa 8-10 anni il cui vestitino e il muro retrostante sono dipinti di un delicato colore azzurro, in un ambiente ricolmo di dolcezza e innocenza; il ritratto di Chaïm Soutine del 1916, suo caro amico durante gli anni parigini più difficili, il ritratto Elvire au col blanc (Elvire à la collerette) dipinto tra il 1918 e il 1919 raffigurante la giovane Elvira, ritratta da Modigliani ben quattro volte, due da vestita e due nuda, conosciuta ed ammirata a Parigi per la sua folgorante bellezza; il ritratto Jeune fille rousse (Jeanne Hébuterne) del 1919, che ritrae la bella Jeanne Hébuterne di tre quarti con naturalezza ed eleganza e con profondi occhi azzurri. Insieme alle opere di Modigliani anche un centinaio di altri capolavori; opere rappresentative della grande École de Paris. Tra queste i dipinti di Chaïm Soutine come L’Escalier rouge à Cagnes, La Folle, L’Homme au chapeau e Autoportrait au rideau, eseguite dal 1917 al 1920, che ben rappresentano la sua maniera di rappresentare la realtà in modo atemporale; opere di Maurice Utrillo come Place de l’église à Montmagny, Rue Marcadet à Paris, Paysage de Corse, dipinti dove gli spazi sono sereni e dove tutto è calmo e silenzioso, e nulla indica il suo disagio psichiatrico e i tentati suicidi; lavori di Suzanne Valadon come le Trois nus à la campagne, con donne nude in aperta campagna, tema molto caro a Renoir e a Cézanne. A Livorno Amedeo aveva studiato i macchiaioli; qui si era formato e aveva avuto i primi riscontri; ed era riuscito a guarire dalla malattia che poi lo portò alla morte a Parigi. Nella sua città tornò ben 2 volte per qualche anno. Ma fu a Parigi che sviluppò il suo straordinario talento e divenne protagonista dell’avanguardia artistica. Aveva fascino, cultura, conoscenza e carisma. Ma la sua vita fu breve ed inesorabilmente segnata dalla tragedia e dalla malattia. Alla sua morte, per non restare senza Amedeo, Jeanne Hébuterne si tolse la vita. Suggellando così amore e passione oltre la ragione, così come erano state le loro esistenze.
Info: la mostra
Didascalia dell’immagine in alto: Amedeo Modigliani, Fillette en bleu, 1918 (particolare)
Amedeo Modigliani, Jeune fille rousse (Jeanne Hébuterne), 1918
Amedeo Modigliani, Chaïm Soutine, 1916
Amedeo Modigliani, Elvire au col blanc (Elvire à la collerette), 1917 o 1918
Amedeo Modigliani, Fillette en bleu, 1918
Amedeo Modigliani, Cariatide (bleue), circa 1913
Suzanne Valadon, Trois nus à la campagne, 1909