02 Ott Tintoretto 1519-1594, Palazzo Ducale Venezia-Il giovane Tintoretto, Gallerie dell’Accademia Venezia
Fino al 6 gennaio 2019 doppia mostra a Venezia
UN AVIDO GENIO CHE SI FECE RICCO NELLA OPULENTA VENEZIA
La sua fama di avido, di raccomandato, di furbo affarista, di intrigante è pari all’amore che comunque suscitò, alla faccia dei “colleghi” che si vedevano regolarmente “spiazzati” dal suo trattare condizioni e compensi. Non era un simpaticone Tintoretto (il padre faceva il tintore di tessuti); nemmeno il fisico lo aiutava: era piccolo (appena un metro e mezzo) e bruttino, come appare dai suoi autoritratti. Ma era un inventore, un geniale, un disegnatore michelangiolesco, con i colori del Tiziano e le scenografie di Raffaello. Rivoluzionario in tutto, forme, tonalità, veemenze languori, conquistò Venezia fin dal 1548, con “Il miracolo dello schiavo”, cui seguirono palazzi e chiese in una contesa tra dogi e notabili. Oggi la Serenissima lo celebra con due mostre: Tintoretto 1519-1594 a Palazzo Ducale e Il giovane Tintoretto alle Gallerie dell’Accademia, fino al 6 gennaio 2019. Antipatico e quasi odioso ai più. Non solo agli artisti del suo tempo, che riusciva sempre a battere per ogni committenza possibile con la sua tecnica “al ribasso”, fu ripagato da fama ed elogi anche dei più severi e fedeli storici, come Giorgio Vasari che dapprima ne criticò “le capricciose invenzioni e gli strani sghiribizzi”, fino poi ad arrivare e definirlo “il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura”.
Il giovane Tintoretto
Tintoretto 1519-1594
Didascalia immagine in alto: Jacopo Tintoretto, Susanna e i Vecchioni, 1550 circa
Jacopo Tintoretto, Estate, 1546-1548 circa