Missoni, l’arte, il colore

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Missoni, l’arte, il colore

missoniMuseo MAGA, Gallarate

Fino al 24 gennaio 2016

 

C’è ancora poco più di un mese di tempo per visitare, al MaGa di Gallarate, una mostra che ha saputo perfettamente calibrare la scelta popolare del soggetto e una ricerca storico-artistica seria e strutturata, non a caso curata da Luciano Caramel (e da Emma Zanella e Luca Missoni), importante storico dell’arte e studioso principalmente dell’arte astratta italiana.

La mostra è dedicata a Ottavio Missoni, fondatore della celebre maison di moda che ha avuto, a partire dalla fine degli anni ’60, un successo internazionale nel campo del fashion design e della produzione tessile.

Fin dall’inizio le creazioni artistiche di Missoni furono paragonate e messe in relazione alle opere d’arte astratta e concreta di artisti italiani e internazionali e l’esposizione intende proprio indagare su questo livello e cioè su quale collegamento e influenza reciproca esista tra le linee ed i colori dei tessuti di Missoni e l’arte di quel periodo storico. Il percorso si sviluppa in più sezioni, svolgendo un filo che collega gli abiti di Missoni alla produzione pittorica, dai maestri dell’avanguardia fino agli artisti astratti del secondo dopoguerra. Accanto ad opere che hanno segnato la storia dell’arte, sono esposte anche opere su tela dello stesso Missoni, artista sulla tela come sul tessuto. Pittore egli stesso e collezionista di Balla e Sonia Delaunay, sviluppa un fascino smisurato per il colore ed i giochi geometrici, elementi che si ritrovano in tutte le collezioni della maison. L’indagine che è alla base della realizzazione di abiti è, per Missoni, la stessa delle opere pittoriche astratte: si tratta di creare uno spazio idoneo a colore, materia e forma; questo spazio può essere indifferentemente una tela o un arazzo.

Non è certo la prima volta che l’espressione pittorica astratta si trasferisce sul tessuto: come dimenticare il celebre laboratorio di tessitura del Bauhaus, affidato prima a Johannes Itten e poi a Gunta Stölz, che già dagli anni ’20 sperimentava le forme astratto-concrete su arazzi e tappeti; e anche gli artisti italiani degli anni ’50 hanno sperimentato nel settore dei tessuti, profondamente influenzati dall’importanza sempre maggiore del design italiano.

Parallelamente alle opere esposte anche l’allestimento colpisce positivamente: le enormi installazioni che evidenziano l’elasticità e la morbidezza del tessuto a maglia e la sala dedicata agli arazzi realizzati da Ottavio Missoni, avvolgono il visitatore che viene catturato dalla corposità del colore e dai fantasiosi stratagemmi geometrici dei patchwork astratti.

Ci si domanda da anni ormai se gli stilisti possano essere considerati artisti; Missoni sembra aver glissato totalmente su questo dilemma scegliendo semplicemente di esprimere la propria arte su un materiale differente dalla tela: e per nostra fortuna questo materiale si può indossare.

Francesca Piermattei

 

Info: MAGA

 

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