22 Mag Tullio Pericoli. Pensieri della mano
Da una conversazione con Domenico Rosa
Piccola Biblioteca Adelphi
Tullio Pericoli, pittore e disegnatore, racconta se stesso e la sua arte nel libro ”Pensieri della mano” (Adelphi), frutto di un’intervista rilasciata a Domenico Rosa.
Una conversazione a due con cui Pericoli descrive cosa ama dipingere e svela come e perché disegna.
Pericoli, che si è sempre definito il ”pittore dei giornali” (per le sue collaborazioni con i grandi quotidiani italiani e internazionali) e che negli anni ha dispensato al pubblico centinaia di volti (tra ritratti e caricature) e paesaggi, senza dimenticare il lavoro teatrale con scene e costumi, sceglie di mettersi a nudo mostrando il regalo più prezioso donatogli dal destino: la capacità di interpretare il mondo circostante attraverso l’arte.
Raccontarsi è sempre un’operazione difficile, soprattutto per un artista, eppure Pericoli non si tira indietro e inizia questo excursus su se stesso partendo dalla propria mano. La mano, qui intesa come alleata dell’homo faber, come essere a sé stante che ha pensieri e anche un metodo. ”Nella mano c’è una sapienza e insieme, a volte, il peso della sapienza”, scrive nel libro, lasciando immaginare al lettore l’ampiezza di quel mondo interiore che mette in campo con generosità ogni volta che disegna. ”Tutto si svolge tra me e la punta estrema del pennello o della matita che sta tracciando quel segno”, rivela, come se fosse davvero possibile annullare la percezione dell’autore, del segno e della superficie che lo accoglie, ma anche del braccio e della mano. In un continuo flusso di comunicazione che dalla parola si collega ai disegni e viceversa, Pericoli afferma con forza il concetto di un’arte che non è soltanto l’opera, ma soprattutto l’atto del fare: ”Mi piacerebbe si continuasse a sentire il fruscio della mia mano sulla superficie, della matita sul foglio, del pennello sulla tela”.
Info: Adelphi