Frida Kahlo. La donna che ama e da chiunque è amata

Autoritratto con vestito di velluto, 1926

Frida Kahlo. La donna che ama e da chiunque è amata

Autoritratto con vestito di velluto, 1926

Scuderie del Quirinale, Roma
Fino al 31 agosto 2014

 

La Maison Etro è sponsor della mostra Frida Kahlo alle Scuderie del Quirinale di Roma fino al 31 agosto 2014. Kean Etro spiega il legame tra la sua azienda e l’artista messicana, alla quale ha dedicato anche la collezione maschile. Dalle immense stole con pappagalli, frutti e fiori esotici che avvolgono Frida nei suoi autoritratti, alla tinta fucsia ricorrente nei suoi dipinti, dai drappeggi al senso di libertà che le opere dell’artista sprigionano: tutto questo ha preso e dato vita, forma e ispirazione allo stilista Kean Etro e alla sua Maison. Etro racconta Frida eroina tragica e combattente, che gli ha permesso di rompere i confini tra arte e moda.
La vita di Frida Kahlo è essa stessa un’opera d’arte. Pittrice messicana, classe 1907, ma dichiarata 1910 (anno della rivoluzione in Messico), morta probabilmente suicida a 47 anni nel 1954, spirito ribelle e simbolo dell’avanguardia e dell’esuberanza artistica della cultura messicana del Novecento.
Di lei si deve sempre raccontare la vita insieme all’arte, prima dell’arte: perché aveva avuto la poliomelite a sette anni, il corpo spezzato da un incidente a 18 e poi capace di trasformare in forza il dolore, di amare al di là e oltre i generi le età le convenienze e le occasioni: uomini e donne, vecchi e bambini. Ha amato, riamata, gli uomini e le donne più desiderabili – per eleganza, per fama, per coraggio, per talento – dei suoi anni. Trockij, Chavela Vargas, il fotografo Nicky Muray, Breton probabilmente, la giovane ereditiera americana, decine di altri e di altre e poi Diego Rivera. Diego, il secondo “incidente grave” della sua vita, come lo definiva, era molto più vecchio, più celebre e celebrato di lei ma l’arte di Frida era più forte, più fonda, più luminosa. Nasceva dalle divinità come Ometeotl, che è uomo e donna, nascita e morte insieme. Come Coatlique, che veste di serpenti e di cuori sanguinanti perché genera la vita e la divora. Come la Llorona, la donna che piange, Medea di Messico che uccide chi ha partorito. “Ho provato ad annegare i miei dolori, ma hanno imparato a nuotare”, scriveva sul diario. Poi dipingeva se stessa che, nell’attesa dell’amore, mette radici. Come Shiva. Come gli dei che non hanno bisogno di partorire per generare. Giacché non poteva partorire, ha generato la sua arte e se stessa nell’arte.

Info: Scuderie del Quirinale

 

 

 

 

Autoritratto con vestito di velluto, 1926 

 

Autoritratto con collana di spine, 1940

Autoritratto con collana di spine, 1940

 

Autoritratto come Tehuana / Diego nei miei pensieri / Pensando a Diego, 1943

Autoritratto come Tehuana / Diego nei miei pensieri / Pensando a Diego, 1943